Ritrovati gli angeli musicanti di Genova

Il fortunoso ritrovamento dei preziosi cimeli trafugati negli anni 70. Dopo il restauro, verranno riposizionati nell’arca di San Giovanni Battista, utilizzata nella processione del 24 giugno. Il video dell'intervista al professore di Storia dell’arte medievale dell’Università di Genova Clario Di Fabio

Genova – Sono ancora in curia, in attesa di essere riposizionati sull’arca di San Giovanni Battista gli angeli musicanti che sono stati riconsegnati dai carabinieri del comando Tutela patrimonio culturale alla Diocesi di Genova lo scorso 19 giugno.

Erano stati trafugati negli anni 70 insieme ad altre due statuette. Gli angeli, in argento dorato e sbalzato, erano posizionati sulle guglie della cassa processionale quattrocentesca, di inestimabile valore, che rappresenta un unicum nel suo genere.

Il professore di Storia dell’arte medievale dell’Università di Genova Clario Di Fabio è stato l’artefice del ritrovamento. Un po’ di fortuna e la conoscenza della materia sono il mix perfetto per fare questo tipo di scoperte. «Ero in macchina. Mia moglie era alla guida. A un certo punto, mi ha chiamato una mia dottoranda per chiedermi un parere su un dipinto che aveva visto su un catalogo di un’asta genovese – racconta il professore –. Sfogliando il catalogo, a pagina 25, è arrivata la sorpresa: erano le due statuette trafugate, di cui si erano perse le tracce».

L’indagine dei carabinieri, coordinati dalla procura della Repubblica di Genova, ha avuto origine nel settembre 2019, dopo la segnalazione del professore alla soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della Liguria. La verifica dell’effettiva origine delle statuette è avvenuta grazie all’acquisizione di immagini storiche raffiguranti l’arca, rintracciate presso l’Archivio fotografico del comune. Il riconoscimento a opera di monsignor Carlo Sobrero, prefetto della cattedrale di San Lorenzo, ne ha definitivamente attestato la provenienza.

I cimeli dovranno essere restaurati e riposizionati sull’arca. «Non è un’operazione che potrà fare qualunque fabbro, ma servirà un restauratore specializzato in questo genere di oggetti. Si sa perfettamente in che punto dell’arca giacevano i due angeli, grazie a una ricca documentazione», continua il professore.

Gli ulteriori sforzi investigativi hanno confermato che i cimeli erano stati messi all’asta da noti antiquari genovesi, che li avevano acquistati da un privato residente in Toscana che aveva rinvenuto gli oggetti d’arte nell’abitazione del padre da poco ereditata. «Succede spesso e mi è capitato personalmente altre volte di trovare oggetti di inestimabile valore in case private – spiega il professore –. Sempre grazie alla collaborazione di un mio dottorando, una volta ho trovato a casa di un privato una meravigliosa testa di Nicola Pisano, scultore e architetto del 1.200. Se si hanno le competenze giuste è facile riconoscere opere di inestimabile valore anche in contesti privati».

Si racconta che le ceneri del Battista arrivarono a Genova nel 1098, quando furono reperite dai genovesi in Asia Minore durante il rientro dalla Prima crociata. L’arca fu commissionata dal Doge di Genova per portare in processione le ceneri del santo. Un rito che si svolge tutti gli anni, il 24 giugno, in occasione della festa patronale. «Il culto di San Giovanni Battista accomuna tutta la città e fa parte della sua identità», conclude Di Fabio.

 

 

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