Ritorno a scuola a doppia velocità

La “guerra” dovuta alle infiltrazioni straniere nella zona anglofona del Paese influisce sulla regolarità delle attività scolastiche

L’inizio dell’anno scolastico è iniziato in Camerun il 4 settembre. Se nella parte francese del Paese tutto sembra essersi svolto normalmente, in quella anglofona non c’è la stessa situazione. Il governo, che spera che quest’anno si svolgano regolarmente gli insegnamenti in tutto il Paese, non ha fatto i conti sulla tenacia degli attivisti e di altri gruppi violenti nelle regioni sud-ovest e nord-ovest, senza considerare le “città morte” e la disobbedienza civile di tanti abitanti.

Ad esempio, le strade e le scuole della città di Buea, capitale della regione sud-occidentale, una delle due regioni di lingua inglese del Camerun, sono andate quasi deserte lunedì per l’inizio dell’anno scolastico. E nella maggior parte delle città di lingua inglese, circolavano dei volantini che invitavano i genitori a tenere i loro figli a casa.

Così solo un quinto degli allievi dell’anno scorso è tornato a scuola presso la High School cattolica di Buéa, ad esempio, mentre i banchi della scuola media bilingue di Molyko erano praticamente vuoti. Alcuni genitori hanno detto che temevano la violenza contro i loro figli. Molti ancora conservano le conseguenze della violenza subita dai loro figli, che al culmine della crisi avevano sfidato gli attivisti pur di andare a scuola.

Ancora, a Bamenda, capitale regionale del nord-ovest, la maggior parte delle scuole rimane chiusa, ad eccezione di alcune istituzioni pubbliche sotto la sorveglianza della polizia. In questa città, anche i negozi sono chiusi e nelle strade non ci sono taxi. Secondo la stampa locale, quasi 1.300 gendarmi sono stati dispiegati nelle regioni di lingua inglese del nord-ovest e del sud-ovest per assicurare il ritorno a scuola.

Alcuni studenti minacciati dagli attivisti preferiscono così raggiungere grandi città come Yaoundé o Douala. Alcuni siti locali riportano l’esodo degli studenti verso la vicina Nigeria.

Quest’anno scolastico comincia pochi giorni dopo che il presidente Paul Biya ha ordinato la sospensione del procedimento contro gli attivisti anglofoni – in particolare perseguiti per terrorismo – davanti al tribunale militare di Yaoundé. «Questo decreto interviene chiaramente per evitare un secondo anno scolastico “bianco” nelle regioni di lingua inglese», ha dichiarato Hans De Marie Heungoup, analista del Gruppo internazionale di crisi per il Camerun. Dal novembre 2016, uno sciopero degli avvocati, seguito da quello degli insegnanti, è degenerato in una crisi socio-politica nelle due regioni di lingua inglese, che chiedono un ritorno al federalismo, o addirittura la divisione del Paese. E la gente, in questa conflittualità, ne fa le spese.

 

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