Il ritorno della valanga azzurra
Che sia finalmente arrivato il momento di parlare di nuova “Valanga Azzurra”?
Questo è l’augurio di tutti gli appassionati di sci in Italia, in particolare di quelli che hanno vissuto l’epopea della grande squadra maschile che negli anni ’70 ha fatto incetta di podi e successi: era il gruppo di Piero Gros e Gustav Thoeni che, adesso, potrebbe essere rimpiazzato nell’immaginario collettivo da tre giovani ed eccezionali atlete, pronte ad aggiornare il libro dei record dello sci azzurro.
Domenica scorsa Federica Brignone, Sofia Goggia e Marta Bassino hanno regalato all’Italia una grandissima pagina di sport, andando a realizzare una fantastica tripletta nello slalom gigante di Aspen di domenica scorsa, appuntamento conclusivo di una stagione già di per sé più che positiva.
Il podio tricolore e l’inno cantato a squarciagola hanno riportato alla mente l’ultimo tris azzurro in un gigante femminile: quello di Narvik (Norvegia) nel 1996, con la vittoria dell’immensa Deborah Compagnoni, la piazza d’onore di Sabina Panzanini e il terzo posto di Isolde Kostner, altro pezzo di storia dello sci italiano.
Federica Brignone, ventisettenne milanese, ha trionfato nell’ultima gara stagionale da par suo: conducendo dall’inizio alla fine. Unica atleta ad essere scesa sotto il minuto nella prima manche, è addirittura riuscita a migliorare il distacco nella seconda, concludendo col tempo di 58’’ e 45 millesimi. Quella di Aspen è stata la sua terza vittoria stagionale (quinta in carriera) e il sesto podio: numeri significativi di un’atleta nel pieno della maturità agonistica che, comunque, sembra avere ancora margini di miglioramento. Lo sprone e l’ispirazione verso una crescita continua possono di sicuro arrivarle dalle splendide compagne di squadra: in primis da Sofia Goggia, astro nascente dello sci azzurro e atleta dalle potenzialità ancora parzialmente insondate.
La Goggia, 24 anni, è una classica polivalente, capace cioè di rendere al meglio in quasi tutte le discipline: lo dimostra il terzo posto raggiunto nella classifica assoluta con 1197 punti, record per un’atleta italiana.
I suoi 13 podi in stagione (5 in discesa libera, 3 in supergigante, 4 in gigante e 1 in combinata alpina) fanno della Goggia una perla rara, forse l’unica che un giorno potrebbe portare in Italia la Coppa del Mondo assoluta. Le sue prime due vittorie sono arrivate a inizio marzo in Corea del Sud. Il secondo posto di Aspen, invece, è un inno alla sua grande forza di volontà: «potrei dire “We made America great again!”. Ho fatto una brutta prima manche, mi sentivo sfasata dalla caduta in SuperG. Mi fa male un po’ la testa quando scio, ma ho gettato il cuore oltre l’ostacolo e sono andata a riprendermi il podio».
La stellina della squadra femminile è invece Marta Bassino, 21 anni da Cuneo: altra potenziale polivalente, capace di gareggiare in discesa libera, supergigante e slalom gigante, ha ottenuto il primo podio lo scorso ottobre a Soelden, rimanendo sempre su livelli alti: il terzo posto nel podio tutto tricolore di Aspen è il riconoscimento a una stagione strepitosa, che l’ha vista vincere il premio di “Young skier of the year”.
«La gara è stata davvero emozionante – ha spiegato la Bassino – questo è il modo migliore di finire la stagione, ho grande fiducia per l’anno prossimo».
Si chiude tra le nevi americane un’annata da record per i colori italiani: 43 podi complessivi tra squadra maschile e femminile, con nove vittorie.
Le ragazze, poi, hanno vinto la classifica delle Nazioni, scalzando dal trono la quasi imbattibile Austria. Tutto bello? Sì, con l’eccezione del neo rappresentato dal Mondiale di St.Moritz che ha portato alla squadra il solo bronzo della Goggia in gigante. Una prestazione largamente al di sotto delle attese che, ovviamente, stona con una Coppa del Mondo in cui i nostri atleti sono sempre stati protagonisti. La sfida, dopo una stagione così bella, sarà quella di migliorarsi ancora per arrivare al meglio all’appuntamento con i Giochi Olimpici invernali del 2018: l’impressione è che questa rinnovata “Valanga azzurra” (o rosa, che dir si voglia), possa darci soddisfazioni ancor più grandi.