Il ritorno della guerra in Europa e le narrazioni divergenti

Il conflitto in Ucraina dal punto di vista di Paolo Bergamaschi, per oltre 20 anni consigliere nella Commissione esteri del Parlamento europeo. «Lo spettro nucleare esiste davvero dentro una guerra che sembra appartenere al Novecento»
Guerra in Ucraina (AP Photo/Natacha Pisarenko)

La guerra in Ucraina ha fatto saltare schieramenti prestabiliti o presunti tali nell’interpretazione delle terribili notizie che arrivano dal fronte. Abbiamo perciò raccolto anche il parere di Paolo Bergamaschi, per decenni consigliere nella Commissione Esteri del Parlamento Europeo, esponente del mondo eco-pacifista, tra i principali promotori del progetto di un Corpo civile di pace europeo, che si dimostra critico verso lo stesso mondo di appartenenza.  Bergamaschi è anche cantautore e musicista, impegnato nella tre giorni mazzolariana, in programma dal 10 a 12 giugno, a presentare un’opera dedicata a don Primo Mazzolari, voce profetica della nonviolenza evangelica.

Nella tua esperienza in Europa sei stato testimone diretto di eventi epocali nell’area orientale del continente…
Ho vissuto in prima persona la questione della Jugoslavia in disfacimento. Ho cominciato a lavorare come consigliere politico nella commissione esteri del parlamento europeo nel 1995 continuando comunque a fare il medico veterinario di campagna nella mia terra (Viadana nel mantovano). Prima ancora, nel 1983 mi son trovato ad essere il primo eletto come rappresentante dei verdi in un’amministrazione pubblica in Italia.

Il cosiddetto mondo pacifista vive sempre un grande dilemma davanti alla guerra così come è avvenuto nelle guerre balcaniche degli anni 90. Cosa è cambiato oggi?
Devo dire che sento i brividi quando sento parlare oggi di neutralismo davanti alla guerra in Ucraina.  Davanti alla Bosnia si trattava, all’apparenza, dal punto di vista del diritto internazionale di guerra civile (anche se i separatisti erano armati da Belgrado) in cui si poteva agli inizi dubitare sull’opportunità di prendere posizione. Ma adesso secondo il diritto internazionale non c’è alcun dubbio: c’è uno stato che ne aggredisce un altro.

Una parte del mondo propende a credere che ciò che accade avviene perché l’Ucraina se le è andata a cercare.  Non è assolutamente vero.

Nei confronti della Russia scontiamo la distanza fisica di 3 mila chilometri da un mondo che non conosciamo nella sua realtà effettiva. Volendo elaborare una posizione comune dei 27 Paesi Ue non possiamo ignorare la condizione delle tre repubbliche baltiche che hanno un rapporto molto difficile con il vicino russo. Come noi abbiamo giustamente il mito della resistenza antifascista, loro hanno avuto la resistenza antisovietica, che è importante come la nostra. Questo ovviamente se si vuole pensare europeo. Invece devo riscontrare drammaticamente che una discreta parte del mondo cosiddetto pacifista ha sposato la narrativa di Putin.

In che senso?
La storia del progressivo accerchiamento della Russia da parte della Nato, il colpo di stato a Kiev del 2014 manovrato in funzione anti russa, la preponderanza dei nazisti nel governo ucraino e così via. Non c’è niente di più sbagliato. Io cerco sempre di fare invece opera di debunking, cioè smontare le rappresentazioni e le notizie false e manipolate.  A questo proposito esiste una unità della Ue che ha il compito di smontare la propaganda di guerra. Ad esempio si citano i 14 mila morti nella regione del Donbass come se fosse il genocidio della sola componente russofona mentre si tratta del numero di vittime complessivo di una guerra in corso con morti da entrambe le parti. Un conflitto che dura da 8 anni senza che in Italia se ne sia sentita l’eco: dal 2014 i morti del Donbass hanno avuto al massimo un trafiletto all’interno del giornale mentre la Polonia gli ha dedicato la prima pagina e la Germania la sezione internazionale. È avvenuto l’esatto contrario con le stragi di migranti nel Mediterraneo.

Da militante per la pace hai detto anche che, paradossalmente, l’Ucraina era una potenza nucleare che ha dismesso le sue bombe ed è diventata perciò vulnerabile…
Un pacifista dovrebbe riconoscere che l’Ucraina ha compiuto la scelta che si auspica per ogni potenza nucleare e cioè smantellare il proprio arsenale atomico ricevendo in cambio l’impegno a non essere attaccata. È stato il primo esempio e più eclatante (assieme al Sudafrica, ndr) seguito poi dal Kazakhistan di ciò che diciamo da sempre nel mondo pacifista e cioè che la sicurezza è maggiore con trattati di disarmo e mutuo rispetto piuttosto che con l’equilibrio del terrore. Guardiamo, purtroppo, come è stata trattata e ridotta l’Ucraina oggi.

Come si supera questa contraddizione?
Bisogna saper dire alla Russia che ha violato il memorandum di Budapest del 1994 che la obbligava a rispettare l’integrità territoriale dell’Ucraina in cambio della dismissione delle armi nucleari da parte di Kiev. Mosca ha violato anche il trattato del 1997 di partenariato, amicizia e cooperazione con l’Ucraina che ribadiva lo stesso impegno reciproco di rispetto dell’integrità territoriale.

Ma quegli impegni non sono venuti meno con il cambio di regime avvenuto nel 2014 in Ucraina?
Nella tesi di Putin si sarebbe trattato di un colpo di stato ordito dai nazisti sostenuti dagli Usa ma io ero presente a piazza Maiadan nel 2014 e ho una narrazione completamente diversa di quello che è avvenuto.

Il grande allargamento della Nato è avvenuto nel 2004 con l’entrata della Polonia e delle repubbliche baltiche. Come mai questa posizione non è stata sollevata in 18 anni? Quando gli Usa hanno fatto circolare le foto delle truppe russe inviate al confine e la Russia ha scritto a Biden e a Stoltenberg chiedendo, per motivi di sicurezza, l’arretramento delle posizioni NATO a prima del 1997 mi è parso chiaro vedervi un pretesto per giustificare l’invasione. Erano altri i luoghi dove discutere di sicurezza secondo i trattati vigenti che regolano i rapporti tra Russia e Paesi NATO.

La questione dell’adesione della Ucraina alla NATO non era sul tavolo negoziale. Nessun Paese dell’Alleanza voleva tirarsi dentro uno stato con una guerra in corso dal 2014 che avrebbe obbligato gli altri membri ad intervenire in base all’articolo 5 .

L’obiettivo di Putin è stato sempre quello di ricostruire l’Unione sovietica in altri modi.

Esiste una proposta di pace possibile?
Qualsiasi proposta che faccia finire la guerra. Realisticamente Europa e Usa devono fare la propria parte per portare Zelenski a compiere scelte dolorose. Mi pare evidente che la Russia vuole escludere Kiev dall’accesso al Mar Nero controllando il territorio che va dal Donbass alla Transnistria. Tutte le guerre sono l’espressione peggiore dell’essere umano, ma questa si riproduce con gli standard delle guerre primitive. Putin dopo aver eccitato la sua tribù deve placarla con uno scalpo da mostrare come trofeo. Spero che tale preda sia solo quella parte della costa orientale del Mar Nero che collega il Donbass con la Crimea.

Ti aspettavi che sarebbe successo tutto questo?
No. Ho sbagliato come il 99% di tutti gli analisti. Era difficile pensare ad una invasione su larga scala anche se ragionando bene è difficile pensare che sia possibile spostare 180 mila soldati russi al confine ucraino, con tutta la logistica necessaria, per una sorta di vacanza premio.

Hai anche riconosciuto di aver già fatto un errore nel non dare ascolto ad Anna Politkovskaja,la giornalista assassinata nel 2006 a Mosca …
Anna mi aveva messo in guardia nel 2003 nei confronti di Putin ma, sbagliando, in quel periodo non le diedi ascolto perché vedevo che sotto il  governo russo di allora stava crescendo comunque una società civile libera di esprimersi. Con una serie di leggi adottate dal 2012 in poi è stata fatta terra bruciata ad ogni forma di dissenso giungendo perfino a vietare Memorial, l’associazione fondata da Andrej Sakharov per mantenere la memoria dello stalinismo

Per questo la critica aperta operata dai religiosi ortodossi contro la guerra in dissenso dal patriarca Kirill  è un atto di enorme coraggio.

Il movimento nonviolento italiano cerca di dare voce agli obiettori di coscienza alla guerra ucraini e russi..
Esiste indubbiamente un dissenso sommerso e strisciante verso Putin oltre alle migliaia di persone fermate dalla polizia, ma nelle vaste aree rurali e periferiche del Paese le persone seguono solo la televisione di stato.

Chi detiene il potere nel complesso militare industriale russo?
Ha tutto in mano la struttura dell’ex KGB che rappresenta la continuità tra la Russia odierna e quella sovietica passando da una ideologia comunista ad una ultranazionalista.

Dopo l’impotenza mostrata nella ex Jugoslavia dobbiamo dire che l’Onu è ormai del tutto fuori gioco?
Il segretario generale è impossibilitato a muoversi dai veti incrociati del consiglio di sicurezza. La possibilità di promuovere una forza di interposizione è legata alla disponibilità delle parti in causa e il mandato del consiglio di sicurezza. Le deliberazioni dell’assemblea generale dell’Onu non sono vincolanti.

A che serve mandare armi ad un Paese che ne ha ricevuto in abbondanza in questi anni oltre all’opera compiuta sul terreno dai consiglieri militari occidentali e dell’intelligence Usa?
Non dimentichiamo che c’è una guerra dal 2014 e gli ucraini si sono temprati in questi 8 anni dopo la prima  mancata resistenza del 2014. Consiglieri militari usa hanno addestrato le truppe ucraine senza per questo che l’Ucraina aderisca alla Nato.

Gli ucraini vogliono combattere. Ho visto quando sono andato in Ucraina che tutti hanno un fucile e sono pronti a reagire.

Per chi non vuole essere indifferente è proponibile una resistenza nonviolenta attiva?
Ho guardato con grande attenzione ai cittadini di Kherson, al confine con la Crimea, che vanno disarmati contro i carri armati russi. Voglio sperare che sia un modo più efficace delle armi ma le truppe di Putin fanno tabula rasa di ciò che incontrano.

Se è accaduto quello che in pochi potevano immaginare, vuol dire che anche l’apocalisse nucleare è sempre possibile con il coinvolgimento diretto della NATO?
 È una linea rossa che non si può superare. Lo spettro nucleare esiste davvero dentro una guerra che sembra appartenere al Novecento. Qualcuno deve fermarsi e noi non possiamo andare oltre. Il numero dei morti è già altissimo e la situazione può andare in ogni momento fuori controllo.

 

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