Ritorno dalle vacanze
Non facciamoci prendere dalla paura. Mantenere la testa sulle spalle, non dare troppo peso ai titoli dei giornali e impegnarsi nel quotidiano. Così il 2016 potrà essere un anno bello e proficuo.
Si torna al lavoro, alle nostre occupazioni normali, si riaprono i giornali ed ecco che di nuovo il panico sembra aver ripreso possesso non solo dei media e degli scenari globali ma anche delle nostre piccole vite. Il dittaore nordcoreano Kim Jong-un si diverte a gettare scompiglio in Estremo Oriente, ma in fondo nessuno gli crede (speriamo) e persino il fedele alleato cinese si trova un po' imbarazzato dalle sue marachelle che tengono col fiato sospeso perché potrebbero degenerare in tragedia.
Molto più preoccupate le autorità di Pechino sembrano esserlo per i dati della macroeconomia cinese, che hanno portato alla terza crisi delle borse asiatiche (e di conseguenza di quelle mondiali) per la quarta volta in pochi mesi. Ma, almeno a sentire qualche esperto, tra cui Romano Prodi, la crisi era necessaria, così come il deprezzamento dello yuan, ma i "fondamentali" sono così robusti che la crisi non sarà infinita. La crescita cinese è comunque ancora sul 7 per cento annua, non va dimenticato mai.
Ci preoccupa forse ancora un po' di più, anche per la vicinanza geografica, la forte tensione tra Iran e Arabia Saudita, e ancor più quella più generale tra sciiti e sunniti: dai limitati conflitti generali c'è chi sta cercando di ampliare il conflitto, perché nel torbido si pesca meglio. E ciò porta con sé un ulteriore elemento di incertezza nella guerra in Siria ed Iraq con Daesh che in fondo beneficia del fatto che l'attenzione si sposti altrove, anche poche decine di chilometri dal campo di battaglia.
Schengen, poi, sembra volare in pezzi: le decisioni di Danimarca e Svezia di ripristinare i controlli alle frontiere, e la corrispondente paura di un blocco anche da parte della Germania, con la conseguente fine di fatto del trattato di libera circolazione europea, non sono fatte per migliorare la nostra tranquillità. Dovremo riabituarci a viaggiare col passaporto, anche in Europa. E certo non ci rende più sereni la strana vicenda della notte di Capodanno a Colonia, inverosimile per tanti versi, senza prove inconfutabili anche se frutto di sentimenti generali di insicurezza di fronte alle migrazioni, e atta a scatenare inutili fobie e demonizzazioni.
Indicatore di queste paure generalizzate sembra che alla fine sia uno solo: l'indice delle borse valori, che appaiono in balia di un mondo che in realtà è in balia di sé stesso.
Ecco, sembra che sia il mondo a governarci, e che esso non sia perciò più governato da noi uomini. Forse è necessario un atto di umiltà collettivo: non siamo in grado di governarci, non c'è più un gendarme del mondo, Dio sembra assentarsi e dilagano le paure collettive. La soluzione politica, necessaria, alle tante questioni mondiali, non può nascondere una grande verità: tocca far tutti la nostra parte senza delegare ad altri le responsabilità quotidiane. Questa è la base della sicurezza e della armonia sociale. Meno male che papa Francesco (unico leader "mondiale") continua a ricordarcele queste responsabilità, meno male che la speranza non muore mai nella vita semplice e responsabile di tanta gente che non arriva nelle prime pagine dei giornali ma che cambia il mondo.
Buon 2016 a tutta questa gente nascosta (e anche agli altri)!