I risultati delle elezioni comunali in Sicilia
Le elezioni in Sicilia hanno il volto di Maria Terranova, neo sindaco di Termini Imerese, città dove l’alleanza tra Pd e 5 Stelle, che in pochi comuni si è realizzata, ha dato i suoi frutti, portando al vertice di palazzo di città una giovane donna di 35 anni, laureata in giurisprudenza, che raggiunto il 42 per cento dei suffragi ed è stata eletta al primo turno.
Le elezioni in Sicilia hanno il volto di Massimo Grillo, eletto sindaco di Marsala con un grande suffragio, con il 56 per cento dei voti, battendo l’uscente Alberto Di Girolamo, del Pd, che cinque anni fa lo aveva sconfitto al ballottaggio. Il Pd resta addirittura fuori dal consiglio comunale perché non ha raggiunto il 5 per cento. Grillo ha iniziato giovanissimo la sua carriera politica: ad appena 23 anni venne eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana, poi fu assessore ad appena 29 anni e successivamente deputato nazionale. Nel 2006 rifiutò la candidatura al Senato nell’Udc nella stessa lista dove era candidato Totò Cuffaro, rinunciando così ad un seggio certo al Senato. Grillo riparte da un progetto che punta all’unità di Marsala, con una squadra di esperti e la collaborazione di tutti. È stato eletto con una coalizione di centrodestra, ma senza la presenza della Lega. «Marsala sarà la città del noi» ha detto Grillo, che ha definito il suo progetto «un cantiere politico che si apre a tutte le forze moderate della città».
Le elezioni in Sicilia hanno il volto di Francesco Forgione, calabrese di nascita, siciliano d’azione, ex deputato comunista all’Ars ed ex presidente della Commissione regionale Antomafia. È il nuovo sindaco delle Egadi, di Favignana. Subentra a Giuseppe Pagoto, indagato per corruzione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta e sottoposto all’obbligo di dimora a Trapani. Per lui, alla guida di una coalizione di centrosinistra, un compito non facile.
Le elezioni in Sicilia hanno il volto di Pino Firrarello, ex senatore Cdu e Udeur, per anni esponente di punta di Forza Italia e Ncd. A 81 anni, è stato eletto sindaco della sua città d’adozione, Bronte. Ha ottenuto il 44,64 dei voti, superando il candidato di centrosinistra, il sindaco uscente Graziano Calanna. Firrarello torna per la quarta volta alla guida della città. la prima volta fu nel 1984.
Le elezioni in Sicilia hanno anche il volto della sconfitta, quella di Antonio Ingroia, magistrato a 28 anni, braccio destro di Borsellino alla procura di Trapani e poi a Palermo, poi Pm della Procura nazionale antimafia. Ha sostenuto l’accusa nel celebre processo contro il senatore Marcello Dell’Utri e si è occupato della trattativa Stato-mafia. Da alcuni anni passato alla politica, si è candidato a sindaco a Campobello di Mazara, ma è stato sconfitto. Per lui, solo il 18,62 per cento dei voti, mentre il sindaco uscente Giuseppe Castiglione ha raggiunto la soglia del 67 per cento.
Ma ci sono anche altri dati importanti: Maurizio Di Pietro, sindaco uscente a Enna, è stato riconfermato con ampio suffragio, alla guida di una coalizione di centrodestra. Il centrosinistra, le liste civiche, i 5 Stelle, hanno tentato un percorso unitario, non riuscito e si sono presentati divisi al voto.
Nell’altro comune capoluogo al voto, Agrigento, ci sarà il ballottaggio tra l’uscente Calogero Firetto, di centrosinistra e lo sfidante, Francesco Micciche, di centrodestra, in questo momento in vantaggio per numero di suffragi su Firetto. Innocenzo Leontini, cavallo di ritorno a Ispica, ha battuto l’uscente sindaco Pierenzo Muraglie, che ha guidato una coalizione di centrosinistra. Leontini, ex Forza Italia, Pdl e Fratelli d’Italia, ha avuto il sostegno della destra e di alcune liste civiche.
Un dato emerge in maniera forte: si affermano i sindaci di area moderata, la maggior parte di centrodestra. Il centrosinistra tiene dove è riuscito a proporre alleanze convincenti. Il Movimento 5 Stelle perde alcuni comuni importanti, tra cui Augusta, dove la sindaco uscente Cettina Di Pietro non viene riconfermata. La Lega non sfonda, anzi arretra.
L’elettorato sceglie, in alcuni casi, i volti di uomini esperti, che hanno già avuto incarichi di governo o parlamentari. È il caso di Antonino Forgione a Favignana, Massimo Grillo a Marsala, Pino Firrarello a Bronte, Innocenzo Leontini a Ispica. Un dato che deve far riflettere.
Il voto in Sicilia avrà una coda: si vota il 22 e 23 novembre a Vittoria (RG) e San Biagio Platani (AG). Sono due comuni sciolti per mafia il cui commissariamento scadeva dopo il 30 giugno. Se dovesse esserci il ballottaggio (previsto solo per Vittoria, dove si vota col proporzionale), ci sarà una coda elettorale fino a dicembre.