Il referendum della paura
I burundesi hanno votato in massa nel referendum costituzionale per dire se hanno concesso al presidente Nkurunziza la libertà di rimanere presidente fino al 2034… L’annuncio ufficiale dei risultati del referendum costituzionale del 17 maggio avrà luogo solo lunedì prossimo 28 maggio, ha annunciato domenica Pierre-Claver Ndayicariye, presidente della Commissione elettorale (Ceni), in un messaggio inviato agli attori politici. I risultati finali saranno convalidati in seguito dalla Corte costituzionale.
Per il momento, gli unici risultati disponibili sono stati pubblicati da un collettivo di 15 radio pubbliche e private. Un lavoro collettivo sotto l’egida del ministero responsabile dei media. Risultati preliminari per 17 delle 18 province del Paese mostrano che la quota dei “sì” fluttua tra il 50 e l’85%. Qualunque siano questi risultati finali, dunque, la coalizione di indipendenti “Amizero yAAbarundi” (Speranza dei burundesi) guidata da Agathon Rwasa crede che saranno “fantasiosi” e che non saranno da loro riconosciuti come validi. In effetti, per tale coalizione d’opposizione, il processo elettorale non è stato né libero né trasparente.
Amizero denuncia ancora una volta «l’intimidazione e le molestie» di cui, secondo essa, la popolazione è stata vittima da parte del partito al potere e più precisamente dell’Imbonerakure, cioè la lega giovanile del partito. Secondo il presidente del gruppo parlamentare Amizero, y’Abarindi Pierre Celestin Ndikumana, «ci sono stati degli arresti, non c’è stato un ballottaggio segreto e l’Imbonerakure ha addirittura accompagnato gli elettori nelle cabine elettorali».
Le accuse sono state rapidamente confutate dal vicepresidente del Paese, Gaston Sindimwo, che afferma: «Abbiamo visto le persone votare liberamente e le persone rispondono in maniera massiccia al referendum». Se adottata, la nuova costituzione potrebbe consentire al presidente Pierre Nkurunziza, 54 anni, al potere dal 2005, di rimanere in carica fino al 2034, consentendogli di candidarsi per ulteriori due mandati di sette anni dal 2020 in poi. Dalla sua candidatura per un terzo mandato nell’aprile 2015, sfidato dall’opposizione, dalla società civile e da parte del suo campo, Nkurunziza ha compiuto un brutale giro di vite, che ha lasciato sul terreno almeno 1.200 morti e oltre 400 mila profughi.