Triplete paralimpico per l’Italia ai mondiali di nuoto
L’ottimo esordio azzurro
Dopo la delusione per i mondiali di nuoto a Fukuoka, l’Italia si rifà e stravince i mondiali di nuoto paralimpici che si sono svolti a Manchester tra il 31 luglio e il 6 agosto. Con ben 52 medaglie, di cui 26 ori, gli azzurri si piazzano in testa al medagliere davanti a Ucraina, Cina e Gran Bretagna per la terza volta consecutiva dopo Londra 2019 e Madeira 2022.
La spedizione azzurra al Manchester Aquatics Centre, parte subito alla grande con ben otto medaglie per i nostri atleti che puntano da subito al terzo titolo consecutivo. È durante la prima giornata che arrivano, infatti, ben sei ori, un argento e un bronzo. Sono d’oro le prestazioni di Giulia Ghiretti nella 100 metri rana SB4; Monica Boggioni nella 50 metri rana SB3; Carlotta Gilli nella 100 metri farfalla S13; Stefano Raimondi nei 100 metri rana SB9: Xenia Francesca Palazzo nei 400 metri stile libero S8 e Alberto Amodeo nella stessa categoria al maschile. Conquista il secondo gradino del podio Alessia Scortechini nei 50 metri stile S10, mentre guadagna il bronzo Emanuele Marigliano nei 50 metri rana SB2.
Atleti che si dimostrano, dunque, determinati a vincere il terzo titolo mondiale sin da subito e piazzano l’Italia in testa al medagliere provvisorio senza perdere troppo tempo. E la musica non cambia nella seconda giornata quando altri tre ori, un argento e tre bronzi mantengono il Belpaese ancora saldamente in testa al Medagliere. Seconda giornata che, oltre agli ori di Federico Bicelli nei 400 metri stile libero S7 U, Stefano Raimondi nei 200 metri misti SM10 U e di Antonio Fantin nei 100 metri stile libero S6 U; all’argento di Xenia Francesca Palazzo nei 100 metri dorso S8 D e i bronzi di Alessia Berra nei 100 metri farfalla S12 D, Federico Morlacchi nei 200 metri misti SM9 U e Emmanuele Marigliano nei 150 metri misti SB2, si arricchisce anche del nuovo record del mondo nei 100 metri stile libero firmato Antonio Fantin.
«Non è mai solo merito mio, ma in questa stagione meno che mai. – Queste le parole di Fantin all’ANSA: – ringrazio tutti coloro che quest’anno mi hanno letteralmente salvato la vita. Sono stato sottoposto a un delicatissimo intervento chirurgico e non sapevo se avrei mai più potuto nuotare. È un traguardo straordinario impreziosito dal WR sotto 1.03. – dice a proposito del nuovo record. – Vorrei ricordare la mia grande amica Alessia della Lazio Nuoto che mi ha incitato da lassù. Non ho intenzione di fermarmi, aspettatevi ancora qualcosa».
Il trionfo degli azzurri
E ancora qualcosa effettivamente Raimondi la fa. Tra i 26 ori, 15 argenti e 11 bronzi complessivi, sono sue ben 7 medaglie: 5 ori e 2 argenti tra categoria S10 e SB9. Se la Nazionale azzurra riesce a sbaragliare la concorrenza è, infatti grazie ad alcuni atleti di punta quali, appunto, Stefano Raimondi, Simone Barlaam, Monica Boggioni e Carlotta Gilli che riescono a portare a casa un numero impressionante di medaglie. Basti pensare che già le cinque medaglie d’oro di Raimondi, piazzano il veneto solo secondo nella classifica di medaglie per atleti. L’atleta delle fiamme oro è, infatti, dietro al compagno Simone Barlaam che chiude i suoi Mondiali con un bottino personale di sei medaglie d’oro e il nuovo record del mondo (23.96) nei 50 metri stile libero categoria S9. Sua anche la stratosferica impresa di lanciare al trionfo la staffetta mista della 4×100 stile libero, chiudendo con un’ultima frazione mostruosa che lancia gli Azzurri dal 3° posto al dominio in 4.03.25. Una super coppia, quindi, quella Barlaam-Raimondi che, da sola, regala all’Italia ben 13 medaglie.
A livello femminile è la coppia Boggioni-Gilli a dare grande spettacolo come di consueto. Monica Boggioni porta a casa tre ori: quelli nei 100 e 200 metri stile libero categoria S5 e nei 50 metri rana SB3. Carlotta, invece, riesce a conquistare una medaglia (4 ori, 2 argenti) in tutte e sei le distanze e le specialità disputate di categoria S13: oro nei 100 e nei 400 metri stile libero, oro nei 100 metri farfalla e nei 200 misti, poi argento nei 50 metri stile libero e nei 100 metri dorso.
Ma due coppie di nuotatori, seppur immense, non avrebbero mai permesso all’Italia di arrivare prima nel medagliere. Sono stati il duro lavoro, l’impegno, la passione e la determinazione di tutti gli atleti che hanno gareggiato e che hanno compiuto, per usare le parole del presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli “Un’impresa leggendaria.” Ed è sì un’impresa leggendaria quella dei nostri atleti azzurri che, come ricorda lo stesso presidente all’ANSA, “dà prestigio e lustro a tutto il nostro movimento e che è in grado, oltre le vittorie, di esprimere grandi valori e messaggi di speranza e umanità”. Perché le vittorie sono importanti e fanno piacere, soprattutto se di altissimo livello come queste. Ma questi atleti, più degli altri, ci lanciano: ci sbattono forte in faccia un messaggio di speranza già solo con la loro presenza a queste competizioni e ci ricordano che lo sport non lascia indietro nessuno ed è vita. Grazie ragazzi, a presto e… a Parigi per un’altra lezione di sport e di vita.
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