Riprende la fantasia della solidarietà

Il comune ha revocato il divieto di distribuire cibo ai migranti. La manifestazione contro la criminalizzazione dell’accoglienza

L’atto ufficiale è stato pubblicato sull’Albo Pretorio del Comune. E nella Lampedusa del nord, città imbuto, porta per i migranti verso l’Europa, riprende la fantasia della solidarietà. Chi vive ai bordi, chi ha fame ma ha paura a farsi identificare, ora torna più sereno a porgere la mano aspettando il buon samaritano che passi a offrire pane e bevande. Cibo per sfamare i lunghi giorni di chi aspetta di oltrepassare il confine. E nasceranno nuovamente le polemiche. Tra chi porta generosamente cibo e chi protesta perché questo vuol dire sporcizia.

Tra i fautori dell’ordine civico e i disobbedienti. «Speriamo che siano in tanti a disobbedire, perché questa è una disobbedienza evangelica – è il commento di un signore di mezza età all’uscita dalla messa domenicale –. Capisco il divieto del sindaco, esasperato dai continui ordini e contrordini delle autorità. Ma il divieto è durato fin troppo. E oggi porterò volentieri nuovamente panini, anzi per la verità io e tanti altri non abbiamo mai smesso, nonostante il divieto in corso. Questi hanno fame e devono mangiare e non c’è divieto che tenga».

Parla volentieri il nostro interlocutore e a lui si uniscono altri. Uomini e donne favorevoli e meno. Ma tutti si augurano che Ventimiglia non viva più i mesi estivi degli scorsi anni. Allora la città era una torre di babele, non solo per le lingue che si parlavano e le incomprensioni che si subivano, ma perché tutto era sfuggito da un minimo controllo. Ma il fatto positivo è che ora la decisione è stata revocata.

Qualcuno dice che a procurare la revoca è stato l’annuncio di una manifestazioni di protesta convocata per il 30 aprile di fronte alla stazione di Ventimiglia, proprio «contro la criminalizzazione della solidarietà».

«Dar da mangiare a chi ha fame è, da sempre, il gesto fondamentale della solidarietà. È ciò che fonda una comunità di uguali. Punire la solidarietà o impedirne l’esercizio, qualunque ne sia la ragione, mette in pericolo i principi e i valori minimi di umanità e di civiltà», questo l’inizio dell’appello sottoscritto da diverse personalità della società civile tra i quali don Luigi Ciotti, Alex Zanotelli, Marco Revelli, Moni Ovadia, Gad Lerner, Libera, Comunità San Benedetto al Porto, Magistratura democratica, Coalizione italiana libertà e diritti e Antigone, A buon diritto, Giuristi democratici, Caritas Migranti e tanti altri.

«Ci preoccupa e ci indigna l’avvenuta incriminazione a Ventimiglia di alcuni volontari francesi, denunciati per avere distribuito cibo a migranti – continuava l’appello dei firmatari –, in un preoccupante contesto in cui si moltiplicano ordinanze e divieti analoghi, che trovano la loro “legittimazione”, da ultimo, nel cosiddetto decreto Minniti, in cui, evocando la tutela di un non meglio precisato “decoro urbano”, si attribuiscono ai sindaci enormi poteri sulla libertà delle persone più vulnerabili».

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