Rinnovamento, una nuova stagione

Siamo nel 1967. È passato poco più di un anno dalla chiusura del Vaticano II. Iniziano ad affacciarsi le prime avvisaglie della contestazione giovanile che, nel bene e nel male, avrebbe segnato il nostro tempo. In quel clima contrassegnato da fermenti epocali, un gruppo di studenti dell’Università cattolica Duquesne, a Pittsburg in Pennsylvania, svolge un fine settimana di ritiro spirituale, sperimentando alcuni dei fenomeni straordinari che sembra si verificarono a Gerusalemme il giorno della Pentecoste. Nessuno, allora, avrebbe potuto immaginare che quella si sarebbe rivelata la prima scintilla di un vasto movimento di rinnovamento della vita cristiana: i carismatici cattolici. In Italia il germe di quell’esperienza giunse nel ’72, ad opera di un sacerdote canadese, Valerian Gaudet. La culla del primo gruppo italiano fu San Mauro Pascoli. Nel giro di pochi anni, il Rinnovamento si è trovato a dover gestire una realtà variegata e in continuo sviluppo. Sorge un primo organismo di coordinamento, il Comitato nazionale di servizio (Cns), che propone di convocare annualmente i gruppi carismatici per condividere alcuni giorni di comunione e di preghiera. La scelta cadde su Rimini, negli accoglienti padiglioni della Fiera. Dal ’78, questa città è così entrata a far parte della storia del Rinnovamento. Tra le ventiquattro “convocazioni” susseguitesi da allora, ricordiamo il grande incontro mondiale del 2000 che, in occasione del giubileo, ha accolto oltre 40 mila carismatici cattolici provenienti da ben ottanta nazioni. La presenza significativa dei maggiori esponenti di organizzazioni e movimenti ecclesiali – Chiara Lubich, Andrea Riccardi, don Luigi Negri, Ernesto Diaco – ha dato all’evento il timbro dell’apertura, della condivisione e del dialogo fraterno. Il 14 marzo scorso, il Rinnovamento ha celebrato questo trentennio con due avvenimenti particolarmente significativi. La mattina, con un’udienza particolare del papa, che ricevendo i responsabili italiani, ha riconfermato che “il Rinnovamento nello Spirito può considerarsi un dono speciale dello Spirito Santo alla chiesa in questo nostro tempo”. Al pomeriggio è stata invece celebrata nella basilica di San Giovanni in Laterano una celebrazione eucaristica presieduta dal card. Ruini. Il presidente della Cei ha in quell’occasione dato l’annuncio dell’approvazione definitiva degli statuti dell’associazione. Una nuova stagione attende dunque il Rns, in un rinnovato slancio evangelizzatore, ed insieme in un impegno di comunione tra i movimenti stessi e le strutture istituzionali della chiesa. Di tutto ciò e di altro ancora parliamo con Salvatore Martinez, che dal 1997 è coordinatore nazionale di RnS. Salvatore, che dal ’77 fa parte del gruppo, sin dai suoi esordi in Sicilia, è sposato con Luciana, con la quale condivide a tempo pieno il servizio nel Rinnovamento. Salvatore Martinez, perché l’effusione dello Spirito rappresenta l’esperienza fondante della specifica spiritualità del Rns? “Rappresenta il “carisma scatenante”, la specifica esperienza del Rinnovamento. Giovanni Paolo II la definisce “causa di un’esperienza sempre più profonda della presenza di Cristo”. L’effusione dello Spirito attualizza e riattiva il nostro battesimo, “sprigionando” lo Spirito Santo. È un richiamo alla conversione permanente, come nel giorno della Pentecoste a Gerusalemme”. Chi è lo Spirito Santo per chi entra in contatto per la prima volta con voi? “Guardando alla mia esperienza personale, ho visto migliaia di persone ritornare a Dio; malati nel corpo e nello spirito recuperare la salute; uomini e donne che avevano perduto la loro dignità ritrovare la gioia di vivere e di professarsi “figli e figlie di Dio”. Questo, e altro ancora fa lo Spirito in chi si rende docile al suo invito, secondo le promesse di Gesù”. Cosa dite a coloro che sono scettici nei confronti del vostro modo di pregare? “La preghiera è la nostra stessa anima davanti a Dio: quanto più è arresa, “afferrata dallo Spirito”, tanto più sperimenta la “lodevole pazzia” di Davide davanti all’arca dell’alleanza. Da Giovanni Paolo II, in occasione della speciale udienza per il nostro trentesimo, abbiamo ricevuto una speciale consegna: “Divenire nella chiesa una palestra di preghiera, in modo speciale facendo amare la preghiera di lode, forma di orazione che rende gloria a Dio per ciò che egli è, prima ancora di ciò che egli fa””. Parlate anche di guarigioni. Cosa vuol dire? “Molta gente, spinta da infermità morali, spirituali e fisiche, bussa alle nostre realtà desiderosa di trovare nei gruppi e nelle comunità quella “locanda” in cui il buon samaritano accompagna l’uomo piagato dal male, perché sia soccorso con i “denari” che lo Spirito assicura alla chiesa. Per molti inizia così un vero cammino di conversione interiore e il desiderio di ritornare alla pienezza della fede, senza “sconti” di croce o vacue promesse di felicità. Nella preghiera fatta con fede, con insistenza, sostenuta dalla comunità cristiana, spesso si ottiene la guarigione fisica, sempre la consolazione interiore e la salute dell’anima”. 1972-2002: un movimento in cammino; o, anche, il cammino di un movimento in Italia che riconosce lo Spirito Santo come proprio fondatore. Quali le tappe più salienti? “Il Rns, sin dal suo sorgere, appare come un esaudimento delle audaci speranze profetiche formulate da Giovanni XXIII, sin dall’apertura del Vaticano II. Due tappe salienti: in un primo tempo l’affermarsi di una “corrente di grazia”, di una spiritualità supportata dall’esperienza comunitaria dei carismi; progressivamente, l’affermarsi del proprio ruolo nella chiesa, in un crescente impegno apostolico, di comunione con i pastori”. Quale il rapporto di Rns con Paolo VI e con l’attuale papa? “A Paolo VI dobbiamo il primo convinto, immediato e “profetico” riconoscimento del ruolo del Rns nella chiesa e nel mondo. Egli diceva nel ’75: “Il Rinnovamento deve ringiovanire il mondo, deve dargli una spiritualità, un’anima. Sarà una chance per la chiesa se griderete al mondo la gloria del Dio della Pentecoste”. Siamo grati a Giovanni Paolo II per aver spinto il Rinnovamento a diventare – come ebbe a dire sin dalla prima udienza dell’80 – “una speranza per il mondo”, un’avanguardia di testimoni della nuova evangelizzazione nella docilità allo Spirito. L’incidenza del suo pontificato, le sue continue premure al nostro indirizzo, sono state la spinta più audace alla maturazione ecclesiale del Rns”. Una tappa importante: il grande incontro della Pentecoste ’98 dei movimenti e associazioni in piazza San Pietro. Quale sviluppo da allora hanno avuto i rapporti con i movimenti? “Il 30 maggio ’98, a conclusione di una giornata storica per tutti i movimenti, il papa così concludeva suo discorso: “La chiesa conta su voi”. Con Chiara e con Andrea Riccardi ci siamo detti immediatamente: “Non deludiamolo, la nostra comunione non può esaurirsi qui”. Da allora, sotto lo sguardo del Pontificio consiglio per i laici e dei vescovi di tutto il mondo, abbiamo iniziato a testimoniare, in modo sempre più convinto, che solo nella sfida della koinonia le comunità cristiane crescono nel vero e generoso amore dello Spirito, realizzano la fraternità, coltivano la libertà. Si evita infine rischio di “comprendere” movimento tutto della chiesa a partire dalla peculiarità del movimento a cui si appartiene. È una meravigliosa e contagiosa esperienza riconoscersi “dono” l’uno per l’altro”. Il Rinnovamento sta vivendo un rinnovato slancio evangelizzatore. Con quali modalità, verso quali sfide, all’indomani del trentesimo anno di nascita in Italia? “Tra gli altri, vorrei ricordare in modo particolare tre progetti da poco in atto, benedetti da Giovanni Paolo II e dal card. Ruini a nome dei vescovi italiani. Il progetto “Roveto ardente”: un invito all’adorazione eucaristica incessante, giorno e notte, per aiutare i fedeli a “ritornare nel Cenacolo” e ad intercedere per l’unità dei cristiani e la conversione dei peccatori; il progetto “chiesa Moldavia”: una missione di evangelizzazione nella terra più povera d’Europa, legata al recupero delle ragazze che vengono a prostituirsi in Italia; progetto “Casa Famiglia di Nazaret”, a Loreto, in collaborazione con la Cei: un centro per sostenere le famiglie in difficoltà ed alimentare un progetto di spiritualità per fidanzati, coppie di sposi, nuclei familiari”.

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