Rinascere? Si può
Daniele è un ragazzo romano che si ritrova in una clinica psichiatrica un lunedì mattina. Non ricorda cosa sia successo. Sta con altri pazienti tutti più meno sciroccati: più o meno matti, insomma. Si ribella, si agita, discute. Poi lentamente, si ricorda: ha dato in escandescenze in casa, dopo una notte tra alcol e droga, ha insultato la madre, picchiato il padre. È difficile accettare di essere così, come è difficile accettarlo per gli altri degenti: un ragazzo che si sente ragazza, un ragazzone manesco, un maestro che non riesce a dormire, un giovane fuori testa, un altro in coma profondo.
Ogni giorno è una avventura, un analizzarsi, un non credere di essere così “fuori”, uno scontro con i medici. I familiari che ce l’hanno con Daniele. Ma ogni giorno può diventare una lezione di vita. Il maestro distribuisce pillole di saggezza, ma non dorme, mangia solo mele; il ragazzo gay è rifiutato dal padre maresciallo… Daniele va imparando cose che lui, figlio di una famiglia semplice, e un po’ viziato dalla madre, prima non percepiva.
Lentamente il giovane romano percepisce che questi pazzi, con il loro passato di dolore e di fallimento, sono persone vere, sono “fratelli offerti dalla vita”: questa è vita vera, contatto con il dolore, la morte e non con le illusioni da discoteca e da bravate. È Gianluca a dirgli: “C’è una parola che contiene tutto, devi solo trovarla”.
La troverà? I giorni e le ore di quella settimana passano. Daniele conosce una ragazza, una piccola star sponsorizzata da una madre vanitosa e da un agente perverso: ha tentato il suicidio, è stufa della vita di luccichii, si sente sfruttata. I due una notte si incontrano, si amano, vengono scoperti e tutto salta, la follia si scatena.
Poi, il trauma: la morte di Mario, suicidio o incidente. Per Daniele è il buio, era il padre più del padre naturale.
La settimana è passata, i degenti, ormai legati da amicizia si lasciano. Forse si potrà rinascere, anche perché i pazzi più pazzi sono quelli fuori, che non sanno davvero dare una parola di salvezza.
Diretta da Francesco Bruni con stile rapido, dialoghi veloci, sentimenti sinceri, disegna una umanità reale che piange, grida e si commuove. E cerca, specie i giovani, privi di guide autentiche. Tutti, anche gli psicologi, i medici, gli infermieri hanno dolori nascosti e piccole gioie da comunicare, ma occorre rompere il muro della diffidenza. Tutti cercano una possibile salvezza in un mondo privo di luce. Il protagonista Federico Cesari è perfetto, credibile come il resto del cast molto partecipe ed affiatato. Una fiction che commuove, suscita simpatia e lancia messaggi di umanità vera. Una volta tanto un lavoro tratto da un libro funziona perfettamente.
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