RImPresa, solidarietà intelligente
La sequenza di terremoti che dallo scorso agosto in poi ha colpito il Centro Italia non ha solo causato la morte di centinaia di persone e la distruzione di interi paesi. Ha anche assestato un duro colpo alla già fragile economia locale, basata sui prodotti della terra, sull’agricoltura e l’allevamento, in una rete di piccole aziende spesso ancora a conduzione familiare. Per questo oltre alla generosità che ha visto da subito una pioggia di aiuti in soldi e beni di prima necessità, si sono rivelati più che mai necessari progetti a lungo termine che potessero garantire fiducia nel futuro e speranza di una vita che si rimette in moto.
Uno di questi è il progetto RImPresa, gioco di parole che mette in campo la “ripresa” delle attività e l’“impresa”, intesa proprio come attività economica di produzione di beni e servizi in favore della collettività e della circolazione del capitale. Ci sono voluti alcuni mesi per fare rete tra associazioni, società civile, aziende da ricostruire, ma dalla metà di gennaio il progetto è attivo e chi lo desidera può contribuirvi direttamente. L’avvio è stato reso possibile grazie ai fondi raccolti attraverso Amu e Afn, su cui è convogliata la generosità di tanti.
Si tratta di 4 Gruppi di acquisto solidale (Gas) attivi nei Castelli Romani, a Roma e ad Ascoli Piceno, che operano seguendo un principio di gradualità: «È importante garantire le richieste in modo continuativo e proporzionato – spiega Federica Tomassetti di Abbraccio Planetario, associazione impegnata in prima linea nel progetto –. Il nostro motto è: “Se il terremoto sposta le aziende, noi spostiamo gli acquisti”, ma vogliamo farlo in modo mirato». I prodotti disponibili e le aziende interessate sono visionabili sul sito www.bf- foundation.it, la piattaforma che coordina la rete dei Gas.
«Quando si pensa alla ricostruzione, il rischio è di ricostruire nel nulla, nel deserto – sottolinea Stefano Schutzmann, di Abbraccio Planetario –. Nella scelta di quali aziende sostenere, insieme alla referente del progetto, Antonella Albanese, siamo andati a cercare chi si è trovato più in difficoltà. Loro stessi ci hanno indicato chi aveva più bisogno».
Molte aziende hanno perso locali, macchinari, clientela, le merci sono rimaste ferme nei magazzini inagibili. Sono quindi costrette a chiudere o a reinventarsi. Con difficoltà. Qualcuno pensa anche di mollare. Ma quando si tocca il fondo, può succedere anche che emergano le forze migliori: inventiva, creatività, ingegno per ridare ossigeno.
Si parla di miele, formaggi, funghi, tartufi, salse e creme, cereali, legumi, patate, carni, dolci. Sono una decina le aziende coinvolte, che a breve diventeranno 20, verificate tutte di persona attraverso il contatto diretto con gli imprenditori, garanzia per evitare truffe.
Visite periodiche nelle zone colpite, analisi dei bisogni, contatto con le persone sul territorio: un progetto quindi non studiato a tavolino, ma realizzato a partire dalla base, dove è prima di tutto l’interesse per l’altro che ti muove. Tutte le associazioni promotrici infatti hanno all’attivo storie di solidarietà intelligente: Amu, Afn (agenzie legate al Movimento dei Focolari), Aipec, Abbraccio Planetario, B&F Foundation.
Oltre ai Gas c’è un altro ramo del progetto – guidato da Amu e Aipec – che mira a sostenere le imprese attraverso la fornitura di materie prime, macchinari o piccole infrastrutture. È il caso di Valentina e Roberto, due giovani apicoltori di Arquata. Mi rispondono dall’albergo di San Benedetto del Tronto, dove sono sfollati dopo il sisma. Il progetto sta valutando l’aiuto per reperire le attrezzature necessarie, permettendo così la produzione e vendita del miele nei mesi estivi. «Il dubbio, la paura sono continui, il trauma è vivo in ognuno di noi – confida Valentina –, ma vogliamo tornare sul nostro territorio e ci crediamo fermamente. La maggior parte dei ragazzi della nostra età non vuole tornare, mentre noi vorremmo invogliarli con questo progetto aperto, che ha un intento comunitario. È un’opportunità grandissima. Ad Arquata vogliamo ripartire, e meglio di prima».
Il progetto RImPresa mira a fornire alle aziende materie prime, macchinari e piccole infrastrutture provvisorie, laddove possibile, e rafforzare tra le aziende pratiche e processi virtuosi ispirati ai principi etici dell’economia civile favorendo il gemellaggio con altre imprese. Promuove inoltre l’acquisto di prodotti dalle aziende colpite e la ripresa del turismo locale appena possibile, nello spirito dell’economia di comunione ove all’aspetto commerciale è strettamente legato quello umano, sociale, di relazione.
Per info rivolgersi a: rimpresa@focolare.org www.bf-foundation.it/ progetto-rimpresa/