Rimediare all’ingiustizia

La struttura tradizionale delle società occidentali fino a pochi decenni fa era basata su una regola di reciprocità: da adulti si donava assistenza ai nostri genitori, e una volta diventati vecchi si riceveva cura dai propri figli.
Anziani

Si sta consumando una grande ingiustizia di massa, quella nei confronti degli anziani. La struttura tradizionale delle società occidentali fino a pochi decenni fa era basata su una regola di reciprocità: da adulti si donava assistenza ai nostri genitori, e una volta diventati vecchi si riceveva cura dai propri figli (che a loro volta avevano ricevuto cura dai genitori durante l’infanzia e la giovinezza). E il bilancio tra il “dare” e il “ricevere” cura si chiudeva in pareggio. Tutto ciò trovava poi una rappresentazione politica e sociale nel sistema pensionistico, dove la pensione che riceveva un anziano non era il suo risparmio da giovane, ma una sorta di restituzione e gratitudine dei giovani nei loro confronti.

 

Oggi stiamo conoscendo un fatto inedito: esiste una generazione che terminerà la propria vita in forte “credito” di accudimento, poiché ha curato i propri genitori, ma non riceve e non riceverà cura da parte dei figli, o in ogni caso ne riceverà mediamente molto meno; né può sperare di riceverla dallo Stato, poiché lo Stato sociale che stiamo costruendo è una foto perfetta di questa nuova cultura. È auspicabile che tra qualche decennio le società troveranno un nuovo patto sociale e un nuovo equilibrio, ma oggi assistiamo inerti al fatto che morirà sola una generazione che ha donato i suoi anni migliori per accudire i figli e gli anziani.

 

Un senso di ingiustizia che si accentua quando pensiamo che all’interno di questa generazione sono le donne a essere più penalizzate, poiché nei decenni passati erano loro le monopoliste dell’accudimento delle fragilità, a cui hanno sacrificato spesso carriera lavorativa e istruzione. Che fare allora? Da una parte la società civile, con i suoi “carismi”, ha oggi una grande responsabilità nel rendere gli ultimi anni di vita sostenibili e felici, con più innovazioni e creatività; d’altra parte, noi figli adulti di oggi non dovremmo dimenticare troppo presto la cura che abbiamo ricevuto (e quella che abbiamo visto donare ai nostri nonni), e cercare soluzioni più giuste e riconoscenti alla difficile gestione dell’età del tramonto dei nostri genitori, e domani della nostra.

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