Rilanciare la città

L'Unione industriali di Napoli, alla sua assemblea annuale, ha presentato diversi progetti per il capoluogo partenopeo alla presenza di Napolitano
Napoli

La società civile rialza la testa e cerca di fare la propria parte per il riscatto della città. Succede a Napoli, dove, forse per troppo tempo, si è pensato che dovessero essere “gli altri” a risolvere i problemi: il viceré, il governatore, i politici in genere. L’Unione industriali di Napoli, in occasione dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, ha messo al centro della sua assemblea annuale – svoltasi presso l’Accademia aeronautica di Pozzuoli (Napoli) lunedì 13 giugno – la questione meridionale e presentato un piano per la città metropolitana invitando anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

 

Tanti gli argomenti in programma: la Louis Vuitton Cup nel Golfo di Napoli; il rilancio degli scavi di Pompei grazie alla partecipazione dei privati; politiche mirate per il Mezzogiorno e possibili ricette per il futuro dei giovani partenopei. Il presidente dell’Unione industriale di Napoli, Paolo Graziano, nel suo intervento, lancia un inequivocabile messaggio al governo: «Il Mezzogiorno deve seriamente essere posto al centro dell’agenda politica, così come non è stato fino ad ora anche per responsabilità di un governo nazionale ad esplicita trazione nordista».

 

 

Luis Vuitton Cup

 

Tre le proposte presentate, il progetto, in collaborazione con la Regione Campania e il Comune, per portare nel 2013 la storica regata velica nello spazio d’acqua compreso tra Bagnoli e Pozzuoli. Facendo tesoro degli errori del 2003, quando la città è stata battuta da Valencia per l’edizione del 2007, si sta cercando di lavorare in sinergia, creando una joint venture pubblico-privata in cui saranno investiti fondi per il restyling della costa flegrea.

 

 

Gli scavi di Pompei

 

Altro argomento al centro della discussione sono stati gli scavi di Pompei, nei quali sono necessarie opere di consolidamento per le opere in disfacimento, di protezione per quelle ancora in piedi, e soprattutto una seria politica di rilancio globale che tenga conto anche della riqualificazione del territorio sul quale insiste il patrimonio archeologico. Gli industriali partenopei, assieme a big nazionali come Diego Della Valle, stanno stringendo un accordo con un consorzio di 2500 aziende parigine per un progetto di rigenerazione urbanistica, ricettiva e produttiva dell’intera area, attraverso rapporti stabili con gli enti locali coinvolti direttamente, dalla Regione ai comuni della zona, e con la partecipazione dei giovani. In programma, oltre a cospicui finanziamenti, la creazione di un tavolo all’Unesco.

 

 

Ripartire dal quotidiano

 

Prevedibile, ma comunque significativo, il risultato della ricerca Ipsos presentata da Nando Pagnoncelli: «L’84 per cento dei napoletani non è soddisfatto dalla qualità della vita». Per gli imprenditori, la società di Napoli è come “un naufrago alla deriva”: molto dinamico, ma non avanza mai.

 

Sintetico ma efficace il commento del Presidente Napolitano che, parlando con i giornalisti a margine dell’assemblea, ha detto: «Si possono fare tante cose positive per Napoli, ma finché c’è la piaga dei rifiuti compromette tutto. Occorre rimuoverla. Quella dei rifiuti – ha aggiunto – è una delle terribili questioni che pesano sull’immagine e sulla vita di Napoli da anni ormai non vicinissimi. Su questo io sono stato molto preciso già molto tempo fa: ho sempre detto che si possono fare tante cose positive qui a Napoli, ma fin quando c’è, l’emergenza rifiuti sommerge tutto il positivo».

 

Concreta e positiva l’esperienza presentata da don Antonio Loffredo, parroco della basilica di S. Maria della Sanità: il progetto delle “Catacombe di San Gennaro”. «Un esempio di come insieme si cresce – ha spiegato il sacerdote –, abbiamo capito che Napoli al suo interno ha tante bellezze e siamo partiti proprio da lì per creare lavoro. In tre anni sono stati creati quasi 50 posti di lavoro ed è stato recuperato uno dei cuori più belli della città».

 

Chissà che la rinascita di Napoli non venga proprio dalla vela e da un gruppo di filantropici imprenditori parigini. Certamente dovrà nascere dall’impegno quotidiano, personale e sincero di tutti e di ciascuno.

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