Rifugiati, presentato il primo rapporto sulla protezione internazionale
È in costante crescita anche in Italia il numero di domande di protezione internazionale. Lo ha certificato il primo rapporto sulla Protezione internazionale dei rifugiati in Italia, presentato a Cagliari e realizzato da Anci, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes.
Nel primo semestre del 2014 sono state infatti presentate oltre 25mila richieste di protezione, vale a dire quante quelle presentate in tutto il 2013, complice il massiccio afflusso di migranti giunti sulle nostre coste, oltre 65mila nei primi sei mesi, mentre fino allo stesso periodo nel 2013 erano sbarcate quasi 8mila persone.
Sono in totale 26.620 coloro che hanno presentato nel 2013 domanda di protezione internazionale in Italia, quasi 10mila in più dell’anno precedente: la Nigeria risulta essere il primo Paese d’origine dei richiedenti asilo, seguita da Pakistan , Somalia e Eritrea. La Chiesa è impegnata in prima linea con le Caritas diocesane nell’assistere oltre 15 mila persone e 5 mila di queste sono tuttora accolte nelle strutture straordinarie, mentre il nostro risulta essere non adeguatamente attrezzato per l’accoglienza dei rifugiati.
Da qui la necessità di infrastrutture, ma soprattutto è necessario offrire vie legali per arrivare: la quasi totalità dei rifugiati arriva via mare, in condizioni disastrose, vittime di una nuova tratta. È perciò necessario realizzare un piano di accoglienza in grado di salvaguardare la sicurezza di queste persone, in modo che la loro presenza non diventi un problema, come già accade nei paesi del Nord Europa, dove l’accoglienza dei richiedenti protezione è ben strutturata.
Nel rapporto si legge come a livello globale il 2013 sia stato caratterizzato dal protrarsi di numerose crisi umanitarie, tanto da arrivare a livelli cui non si assisteva dai tempi del genocidio ruandese del 1994.
Più di 2,5 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case e a cercare protezione al di fuori dei confini del proprio paese, la maggior parte delle quali negli stati limitrofi. Per questo è necessaria una sempre maggiore attenzione alla questione degli arrivi in sicurezza delle persone costrette a fuggire e che rischiano di perdere la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa, come registrano le cronache quotidiane.
C’è poi l’aspetto relativo alla strumentalizzazione che, anche nei giorni scorsi, dopo i fatti di Parigi, ha dato il via alla deriva xenofoba, sempre dietro l’angolo e che nulla ha a che fare con l’accoglienza e la protezione.
Il Rapporto si articola in quattro capitoli dedicati rispettivamente al tema dell’asilo tra Stato e Terzo settore, al fenomeno dei richiedenti protezione internazionale in Italia e al sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.
Nel volume ci sono poi storie e situazioni che restituiscono una realtà ben diversa da quella quotidiana: racconti di persone che, dopo essere state accolte, hanno dimostrato tutta la loro capacità di vivere in maniera pacifica nella società.
Uno strumento utile per capire meglio i fenomeni migratori a livello globale, per cogliere anche il dramma di chi ha perso tutto e cerca con viaggi a dir poco rischiosi di trovare migliori condizioni di vita lontano dai conflitti e dalle persecuzioni che caratterizzano troppe zone del pianeta.