Rifugiati e migranti oltre la paura e l’esclusione

Dalla presentazione del rapporto 2017 del Centro Astalli all’iniziativa di legge popolare “Ero straniero”, cresce il dissenso verso la politica del governo in tema di immigrazione. Dalla legge Minniti agli accordi tra Europa e Turchia

Il Centro Astalli è un centro per i rifugiati espressione della rete internazionale dei gesuiti (Jrs), molto attiva su questo fronte a partire dall’intuizione profetica di Pedro Arrupe, superiore generale della Compagnia di Gesù dal 1965 al 1983, figura centrale per capire l’attuale fisionomia del famoso ordine religioso fondato dall’ex militare basco Ignazio di Loyola nel 1534.

La mattina di martedì 11 aprile 2017, in una sala gremita del teatro Argentina a Roma, padre Camillo Ripamonti ha snocciolato i dati del rapporto annuale del Centro che dirige. Nel 2016 sono state 30 mila le persone assistite, per metà nella sede romana a due passi da piazza Venezia, grazie ad una rete di 8 associazioni e 634 volontari. «Le persone accolte nei centri – ha affermato – sono state 909, di cui 234 a Roma. Tra le persone accompagnate anche 502 vittime di tortura e violenza intenzionale».

A livello globale i numeri dicono che l’anno scorso ci sono stati 65 milioni di richiedenti asilo e rifugiati nel mondo. Tra questi si contano 360mila arrivi via mare in Europa, di cui 181mila in Italia. Un fenomeno che ha portato Massimo Giannini, giornalista di Repubblica e conduttore dell’incontro, a citare il sociologo Bauman quando parlava di “panico morale” del continente europeo. Le trasmissioni pomeridiane delle televisioni commerciali ne sono un esempio eloquente, con il senso di angoscia e di pericolo che riescono a indurre quando affrontano la questione dei migranti. A fronte di questa massiccia opera di propaganda che intercetta fasce significative di un elettorato piegato da una crisi economica impietosa, il centro Astalli ha promosso programmi formativi nelle scuole, con il nome “Finestre e incontri”, che hanno intercettato oltre 26 mila studenti.

L’analisi offerta da Ripamonti parte dal fatto che in Italia è aumentato il numero di migranti forzati che vivono nel nostro Paese da tempo, eppure sono «segnati da un equilibrio precario, sviluppando criticità patologiche conseguenti al fallimento del loro percorso di integrazione».

Laura Boldrini incontra i giovani dei Focolari
Laura Boldrini

L’integrazione non è il punto forte della nostra politica, ha affermato la presidente della Camera Laura Boldrini intervenuta al teatro Argentina con un discorso appassionato, citando, di contro, i 96 miliardi di euro stanziati dalla Germania per il periodo 2016-2020 per favorire e integrare una vasta fascia di popolazione migrante. Il rifiuto del migrante e la mancanza di accoglienza è il vero attacco al fondamento millenario della nostra convivenza.

Sullo stesso registro gli interventi di Emma Bonino, leader dei radicali italiani ed ex ministro degli Esteri, e del vescovo Nunzio Galantino, segretario della Cei, che ha citato numerosi progetti di integrazione e accoglienza finanziati con i proventi delle entrate dell’otto per mille alla Chiesa cattolica, ma è entrato anche nel merito delle scelte politiche come quella degli accordi vigenti con la Turchia, e in itinere, con la Libia, per bloccare in quei Paesi il flusso dei migranti. Secondo Galantino «appaltare a Erdogan e semmai anche alla Libia questo flusso di immigrati vuol dire soltanto farci ricattare».

L’attenzione primaria deve essere rivolta alle persone, ha ribadito il segretario della Cei, perché «siamo di fronte a un momento di grande sofferenza del mondo, in cui il numero dei conflitti e il numero di spostamenti forzati di persone per cambiamenti climatici è davvero molto elevato». Galantino ha inoltre ribadito la responsabilità «della nostra parte di mondo nella creazione e nella mancata gestione» delle guerre.

Nunzio Galantino
Nunzio Galantino

In toni molto pacati, il Centro Astalli ha espresso tutta la propria preoccupazione verso il decreto Minniti Orlando sull’immigrazione, convertito in legge il giorno dopo con il voto della maggioranza che sostiene il governo Gentiloni. Secondo padre Ripamonti «appare grave e pericolosa l’accelerazione e la semplificazione dei ricorsi, a fronte di un diniego in prima istanza, che rischia di ridurre ulteriormente il numero delle persone che riescono a vedere riconosciuto il proprio diritto alla protezione».
Pur apprezzando alcuni segnali provenienti dal Parlamento, come la legge che obbliga all’accoglienza dei minori migranti non accompagnati, di fatto sta nascendo un fronte comune tra alcune forze politiche e una vasta rete di associazioni che considerano incostituzionale la linea adottata dal governo in tema di migrazioni.

Nel pomeriggio dello stesso 11 aprile si è svolto, infatti, un sit in di protesta davanti Montecitorio, mentre la mattina di mercoledì 12 aprile è stata presentata in una sala del Senato la campagna “Ero straniero. L’umanità che fa bene” da parte di un’alleanza insolita che vede, per il momento, in prima linea il Centro Astalli con i Radicali italiani, la Fondazione Casa della carità di Milano, Acli, Arci, Asgi (associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione), Cnca, A buon diritto, Coalizione italiana libertà e diritti civili, oltre a numerosi sindaci, associazioni locali e parrocchie, con il sostegno di Caritas e Fondazione Migrantes. La campagna culturale è legata alla raccolta di firme per sostenere una legge di iniziativa popolare che mira a cambiare le politiche sull’immigrazione in Italia a partire dal superamento della legge Bossi-Fini per puntare su accoglienza, lavoro e inclusione.

Evidente in tale iniziativa la pretesa di sviluppare e far crescere una narrazione mediatica sulle migrazioni decisamente diversa da quella prevalente. Un “ribaltamento culturale” come lo chiama don Virginio Colmegna della Casa della Carità di Milano, possibile ai portatori di umanità.

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