Riforme della scuola: si accelera sul reclutamento?

Le direttive offerte dal Pnrr prevedono «il miglioramento delle competenze del corpo docente in servizio» e il lavoro tra ministro dell’istruzione e sindacati procede in tal senso
reclutamento

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sembra voler accelerare sulla Riforma del sistema di reclutamento dei docenti. L’incontro con i sindacati si è svolto il 12 aprile, per quello che può essere considerato il più importante cambiamento previsto dal Pnrr. Si modificano i concorsi e soprattutto i percorsi formativi abilitanti all’insegnamento. Quanto sta avvenendo nelle prove scritte del concorso ordinario della scuola secondaria, errori nei “quiz a crocette”, sta convincendo tutti, anche il ministro che li ha ereditati, sulla necessità di trovare una nuova modalità di accertamento della preparazione professionale degli insegnanti.

L’elevata bocciatura dei candidati è dovuta anche a domande ambigue, comunque poco chiare. Bianchi prevede una nuova modalità di concorsi con cadenza annuale secondo il fabbisogno delle diverse classi di concorso. Il Pnrr offre solo direttive: «Il rafforzamento dell’offerta formativa presuppone il miglioramento delle competenze del corpo docente in servizio, a partire dal reclutamento». Va sicuramente rafforzato l’anno di formazione e prova integrando preparazione disciplinare universitaria con pratiche laboratoriali ed esperienze didattiche nelle scuole con diverse metodologie e tecniche.

La riforma poi deve prevedere una formazione continua in servizio. Le cattedre disponibili vanno coperte con insegnanti di ruolo attraverso una più efficiente programmazione territoriale del fabbisogno. Deve essere superato definitivamente il fenomeno del precariato che non si concilia con l’esigenza di un miglioramento della qualità del sistema educativo attraverso un aumento della professionalità del personale docente. Sono previsti nuovi percorsi formativi abilitanti all’insegnamento (Pas). Ovviamente vanno stabilizzati i precari storici mediante, sembra, un doppio canale di reclutamento per chi continua ad insegnare come supplente. In sintesi, tirocinio e concorso per professori di medie e superiori. Sta per essere attuata la riforma legata al Pnrr entro il 30 giugno.

Oltre alla laurea nella materia scelta, sono necessari 60 crediti formativi in materie psicopedagogiche e didattica per insegnare. Si pensa di seguire il modello del sostegno per quanto riguarda il tirocinio con crediti formativi. Dovrebbe nascere un percorso a numero chiuso simile ai Tfa previsti per insegnanti di sostegno, in parte simile alle Ssis, Scuole di specializzazione all’insegnamento, abolite nel 2009. Non ci sarà una laurea ad hoc per insegnare come per i maestri ma un anno di studio e tirocinio in classe con un esame finale mediante la preparazione di una lezione. Poi il concorso avendo ottenuto l’abilitazione. Lo studente universitario potrà accumulare crediti nel suo curriculum e partecipare al concorso se ne avrà almeno 30, nella fase transitoria. Poi otterrà in seguito gli altri 30.

Questi i contenuti del decreto che i ministri Bianchi e Messa stanno presentando a sindacati e maggioranza. Per la formazione in servizio si pensa a corsi volontari legati ad aumenti di stipendio, per incentivare i docenti a continuare a studiare ed aggiornarsi.
Grazie al Pnrr sono previste altre novità. Così in particolare per nidi, mense, palestre, scuole dell’infanzia. Sono stati prorogati fino al 31 marzo i bandi previsti dal DM del 2 dicembre 2021. Alta è stata l’adesione dei Comuni soprattutto verso la realizzazione dei poli scolastici 0-6 anni. Parliamo di 2,4 miliardi per gli asili nido e di 600 milioni per le scuole dell’infanzia. Importante il bando per ospitare una delle 195 nuove scuole di rinnovata concezione.

La scuola infatti va “ripensata” come anticipato dal Dossier di Città nuova e dai laboratori parlamentari del Movimento politico per l’unità con le associazioni professionali e con i responsabili scuola dei partiti. Vanno concepiti nuovi spazi e messi in sicurezza quelli esistenti. Abbiamo bisogno di scuole innovative, sostenibili ed inclusive. Sono da potenziare le palestre e gli impianti sportivi a scuola. Da affrontare in seguito il tema della grave dispersione scolastica e delle povertà educative.

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