Riforma elettorale, buio pesto
Il dialogo avviato dalle forze politiche sulle riforme istituzionali e la nuova legge elettorale è il dato politico più rilevante da che si è formata la nuova maggioranza parlamentare che sostiene il governo Monti. Incontri incrociati, dichiarazioni congiunte, aperture ottimistiche; persino un concreto tavolo di lavoro formato da esperti di tutti i gruppi parlamentari, che ha trovato un accordo sulle modifiche costituzionali: taglio del 20 per cento dei parlamentari, riforma del bicameralismo perfetto, sfiducia costruttiva, potere al capo del governo di revocare i ministri.
Buio pesto invece per quanto riguarda una nuova legge elettorale. È proprio difficile mettere assieme gli interessi delle forze politiche, contrapposti e spesso inconciliabili: chi chiede alle regole elettorali ora di vincere, ora di sopravvivere, ora di divenire l'ago della bilancia. Qualcuno dovrebbe cedere, anzi, ognuno dovrebbe cedere qualcosa e guardare di più al bene duraturo del Paese, ma per ogni partito il bene dell’Italia sembra coincidere con il proprio. E allora, s'è deciso di attendere le elezioni amministrative di maggio, così si avrà un quadro più chiaro dei rapporti di forza.
Insomma, la politica è prigioniera del potere, da conquistare o da mantenere, e i cittadini, che a lungo hanno osservato via via speranzosi, poi increduli, attoniti, arrabbiati, infuriati e via crescendo, ora semplicemente voltano le spalle e guardano altrove. Nei sondaggi, è ben oltre la metà l'elettorato che dichiara di non voler andare a votare o di non sapere per chi votare: un dato che rende inattendibili le percentuali che suddividono la restante parte, dove peraltro spiccano i numeri della cosiddetta “antipolitica” (grillini tra tutti). Si rischia una nuova implosione del sistema, con la crisi che ancora morde; e l'attuale “governo dei competenti” marca una soglia dalla quale non si può tornare indietro: i cittadini chiedono di poter scegliere e di poter scegliere tra competenti. I partiti sono avvisati.
Ma evidentemente non basta. Paralizzati dal “vorrei ma non posso” che neppure i richiami del capo dello Stato riescono a scuotere, hanno bisogno dei cittadini. Tocca a noi, insomma, prendere in mano la situazione e farci sentire, offrendo una interlocuzione seria, matura, priva di venature di antipolitica a allo stesso tempo irremovibile nella pretesa: si cambino le regole per eleggere il Parlamento. E in effetti sono ormai innumerevoli le voci di autorità, analisti, opinionisti, organizzazioni sociali varie.
Anche il Movimento politico per l'unità, per la sua presenza oramai di anni tra i deputati e i senatori, si è fatto capofila di una iniziativa che non vuole parlare da fuori, da una piazza, magari, o da un teatro, ma intende aprire dentro il Parlamento un dialogo tra parlamentari e cittadini: associazioni, giovani, studiosi, tanta gente comune… Questo il senso dell’appuntamento in calendario per il 22 marzo (il programma è spiegato a parte), per il quale sono stati coinvolti i presidenti della Camera, che ha messo a disposizione la sala, e del Senato, oltre a due eminenti studiosi: Leonardo Morlino, scienziato della politica, e Fulco Lanchester, costituzionalista. Da essi proverrà un contributo di lettura dell’attuale passaggio storico e di visione sul futuro, arricchito dal confronto con altri Paesi. Accanto a loro un altro studioso ben noto ai lettori di Città Nuova, Alberto Lo Presti.
Tratto qualificante dell’iniziativa è la presenza appassionata di tanti giovani, che diranno la loro. Cuore del convegno sarà il dialogo di politici esponenti di tutti i gruppi parlamentari tra loro e con i cittadini. Per guadagnare al convegno la massima adesione, si sono chiesti colloqui e appuntamenti con tutti i segretari, i capigruppo e responsabili vari di partito, ma soprattutto è partita una campagna di sensibilizzazione capillare che si è avviata e che non cesserà fino all’obiettivo.
Contatti personali con i parlamentari nel loro collegio, incontri di presentazione del documento-appello per le riforme, mobilitazione del web all’insegna dello slogan “eleggiAMO l'Italia”. Tanti, giovani e no, sono in prima fila, a condividere la responsabilità di questo momento, e tanti altri possono unirsi. Sarà importante farlo!
22 marzo
Appuntamento alla Camera
Verranno da tutta Italia a rappresentare l’intero Paese. In gran parte giovani a dire che la riforma della legge elettorale è l’ultima opportunità per i partiti. Giovedì 22 marzo, nell’Auletta dei gruppi parlamentari (Via Campo Marzio 77, Roma) si terrà un seminario (ore 14,30-17,00) organizzato dal Movimento politico per l’unità. Niente antipolitica, come si evince dal titolo “Ri-costruire la rappresentanza per ri-costruire la politica”. Ad una prima parte di qualificata analisi (con gli studiosi Lanchaster, Morlino e Lo Presti) seguirà un dialogo tra esponenti dei diversi partiti e con i cittadini introdotto da due giovani. Le conclusioni indicheranno le nuove mete del cammino già intrapreso sino al varo della riforma elettorale. Su questo obiettivo è infatti impegnato il Movimento dei focolari.
Per partecipare o aderire: info@mppu.org