Riflessioni sull’anno che verrà

All’alba del terzo millennio ci siamo svegliati in un mondo in cui regna una maggiore incertezza nella previsione delle variazioni dei contesti competitivi, tecnologici, sociali, regolativi, geopolitici e ambientali.
Foto LaPress Manzoni Tiziano

Viviamo in un contesto complesso, caratterizzato non solo per la molteplicità, la variabilità, l’impredicibilità dei fattori che lo delineano, ma anche per le interconnessioni e le interdipendenze. Tra questi, gli eventi climatici, la pandemia sanitaria e, in cauda venenum, la pandemia energetica, accentuata dalla guerra in Ucraina, con l’impennata dei prezzi dell’energia e del gas e con il conseguente effetto inflattivo, raggiungendo quasi il 12% in Italia.

Se dunque le tre emergenze, climatica, pandemica ed energetica, rappresentano dei rischi globali, esse richiedono un approccio olistico per la loro gestione.

Volendo dunque riflettere su cosa ci riserva il futuro prossimo venturo, potremmo limitarci a delineare possibili scenari con relativa probabilità di accadimento e di impatto, proprio perché la complessità del “sistema mondo” del terzo millennio non ci permette di andare oltre.

 

Scenario uno: l’inverno freddo aggrava la crisi energetica dell’Europa. Alta probabilità; altissimo impatto La Russia ha armato le sue forniture energetiche, interrompendo completamente o parzialmente i flussi di gas verso 12 paesi dell’UE. Se un inverno freddo nel 2022/23 portasse a una domanda di gas superiore alla media, l’Europa potrebbe esaurire le sue riserve di gas naturale in anticipo (e non riuscire a ricostituirle), provocando una recessione che potrebbe trascinarsi fino al 2024.

Scenario due: le condizioni meteorologiche estreme si aggiungono ai picchi dei prezzi delle materie prime, alimentando l’insicurezza alimentare globale. Alta probabilità; grande impatto. I modelli di cambiamento climatico indicano una maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi. Finora questi sono stati sporadici e in diverse parti del mondo, ma potrebbero iniziare ad accadere in modo più sincrono e per periodi prolungati.

Scenario tre: scoppia un conflitto diretto tra Cina e Taiwan, costringendo gli Stati Uniti a intervenire. Probabilità moderata; altissimo impatto. Un conflitto diretto tra Cina e Taiwan è improbabile, ma le tensioni sono aumentate quando la Cina ha condotto “operazioni militari mirate” ad agosto. Un potenziale conflitto spazzerebbe via l’economia di Taiwan, inclusa la sua industria dei semiconduttori, su cui si basano le catene di approvvigionamento globali.

Scenario quattro: l’elevata inflazione globale alimenta i disordini sociali. Probabilità molto alta; impatto moderato. Le persistenti pressioni inflazionistiche, causate dalle interruzioni della catena di approvvigionamento e dall’invasione russa dell’Ucraina, stanno spingendo verso l’alto l’inflazione globale, che è al livello più alto dagli anni ’90. Se l’inflazione aumenta molto più degli aumenti salariali potrebbe innescare disordini sociali.

Scenario cinque: una nuova variante del coronavirus, o un’altra malattia infettiva, riporta l’economia globale in recessione. Probabilità moderata; altissimo impatto. Tra l’iniquità globale dei vaccini, l’allentamento delle politiche governative e la stanchezza pandemica, potrebbe emergere una nuova variante di covid-19 alla fine del 2022 o all’inizio del 2023. Tornerebbero i divieti di viaggio, smorzando la ripresa del turismo e l’economia globale tornerebbe in recessione.

Scenario sei: la guerra informatica interstatale paralizza le infrastrutture statali nelle principali economie. Probabilità moderata; altissimo impatto. L’invasione russa dell’Ucraina e le tensioni intorno a Taiwan hanno aumentato la probabilità di gravi attacchi informatici da stato a stato: l’arresto di una rete nazionale interromperebbe gravemente le operazioni aziendali.

Scenario sette: un ulteriore deterioramento dei legami con la Cina occidentale impone il completo disaccoppiamento dell’economia globale. Probabilità moderata; grande impatto. Le democrazie occidentali, in particolare gli Stati Uniti e l’UE, sono preoccupate per il sostegno della Cina alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Parallelamente, la Cina è preoccupata per le relazioni USA-Taiwan. In uno scenario estremo, la Cina potrebbe bloccare le esportazioni di materie prime e beni cruciali per le economie occidentali.

Scenario otto: una stretta monetaria aggressiva porta alla recessione globale. Probabilità moderata; impatto moderato. Le principali banche centrali stanno rapidamente alzando i tassi di interesse per cercare di domare l’aumento dell’inflazione nella maggior parte dei paesi del mondo (presumiamo che quest’anno l’inflazione globale raggiungerà quasi il 10%). Un aumento prolungato dell’inflazione potrebbe innescare una recessione globale.

Scenario nove: il conflitto Russia-Ucraina si trasforma in una guerra globale. Probabilità molto bassa; altissimo impatto. La guerra in Ucraina potrebbe diventare un conflitto globale, mettendo la Russia contro i membri della NATO. La guerra comporta rischi particolari per gli Stati membri della NATO che confinano con l’Ucraina e la Russia, che potrebbero essere coinvolti inavvertitamente nel conflitto.

 

E allora, che fare dinnanzi a trend e scenari globali così preoccupanti dal punto di vista della probabilità di accadimento e del relativo impatto?

Bisogna pensare ad azioni e rimedi da parte della comunità internazionale, consapevole della grossa responsabilità di salvare il mondo da un effetto domino di reazioni a catena che negherebbe la speranza di avere un futuro.

La pandemia è una grande opportunità per guardare in modo nuovo il futuro, perché ci ha dimostrato che le soluzioni nazionali non possono risolvere i problemi globali e che non ci si può salvare da soli, ma solamente tutti insieme.

La traumatica vulnerabilità di tutti, messa a nudo dalla diffusione del virus, dai cambiamenti climatici e dalla pandemia energetica, aumenta la responsabilità di tutti a prendersi cura di tutti e del bene comune.

Ciò che dobbiamo imparare da queste emergenze è che la vera fonte di valore sono le nostre relazioni sociali e con l’ambiente, privilegiando l’etica della responsabilità, come sostiene Max Weber, rispetto all’etica delle convinzioni, spesso foriere di derive ideologiche che, oggi più che mai, non ci possiamo permettere.

C’è bisogno di risvegliare prima di tutto l’empatia, che vuol dire mettersi in relazione con l’altro, l’altro che oggi è anche il diverso, le generazioni future, ma anche la natura, l’ambiente, la terra che ci ospita, passando dalla cura nella sua accezione essenzialmente assistenziale, al termine inglese “care” inteso come prendersi cura.

L’anno che verrà è più che mai il momento dell’unità, della solidarietà, della vera cooperazione, di fare rete e di aiutarci vicendevolmente.

Occorre rafforzare le intese e la co-governance tra le democrazie ancora illuminate del nostro pianeta, in un contesto di cooperazione, di maggiore unione politica ed economica, sia globale che locale: dovremo affrontare le sfide globali ragionando più in termini di comunità.

Le risposte più efficaci alla pandemia sono state quelle che hanno visto la collaborazione delle parti in gioco; in vista delle sfide future, sarebbe quindi opportuno superare gli egoismi, gli interventi una tantum, gli approcci unilaterali e concentrarci sull’unica cosa che può davvero fare la differenza: l’insieme.

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