Rifiuti in Campania. La parola ai cittadini

Ci sono volute 18 petizioni, ma alla fine sono riusciti ad ottenere una verifica da parte dell'Unione Europea sulle discariche. L'Italia rischia una nuova multa.
Ci sono volute 18 petizioni, ma alla fine i cittadini campani ce l’hanno
fatta. Chiedendo verifiche sugli impianti e rassicurazioni per la propria
salute e per l’integrità dell’ambiente, sono riusciti ad ottenere
l’attenzione dell’Unione europea sull’emergenza rifiuti, nei fatti ancora
tale vista l’assenza di un ciclo di smaltimento completo e conforme alle
normative europee.

 

Ma la novità fondamentale è che per la prima volta i
cittadini sono stati ascoltati e compresi. A verificare le loro denunce, nei
giorni scorsi, è stata la presidente della delegazione inviata dal
Parlamento europeo, l’olandese Judith Merkies, che – al termine di tre
giorni di sopralluoghi nelle discariche e nei siti di stoccaggio della
Campania – ha definito la situazione “preoccupante”. Insieme agli altri
delegati (presenti anche gli eurodeputati campani Erminia Mazzoni, Enzo
Rivellini, Vincenzo Iovine e Andrea Cozzolino, ex superassessore regionale
alle Attività produttive) ha effettuato un tour che l’ha portata – tra
l’altro -nella nuova discarica di Chiaiano, ad un tiro di schioppo dagli
ospedali partenopei; nelle cave trasformate in discarica di Terzigno, in
pieno Parco Nazionale del Vesuvio; nel termovalorizzatore di Acerra, da
tempo funzionante a singhiozzo.

 

Al termine dei sopralluoghi, la Merkies ha potuto verificare di persona (scavando a mani nude nella cava di Terzigno)
che in discarica non finiscono solo rifiuti selezionati, che i cittadini
vengono tenuti all’oscuro di ciò che avviene sul loro territorio, che le
decisioni adottate dalle istituzioni sono state calate dall’alto e non
condivise con la popolazione, che, in definitiva, “i cittadini che ci
avevano inviato le 18 petizioni, avevano ragione. Non c’è un’organizzazione
del ciclo dei rifiuti. Si utilizzano soltanto discariche e
termovalorizzatori senza passare per i processi che riducono i rifiuti, che
favoriscono la loro selezione e il riciclaggio, processi che favorirebbero
un utilizzo complessivamente minore delle discariche che sono viste non come
una soluzione temporanea, ma definitiva”. Ma non solo. Per la Merkies “non
c’è democrazia, non c’è coinvolgimento dei cittadini, non c’è trasparenza
nel sistema dello smaltimento dei rifiuti".

 

La Campania, ha assicurato l’europarlamentare olandese, è patrimonio non solo dei campani ma anche di
tutti i cittadini europei, dunque la commissione lavorerà avendo come
obiettivo la tutela del patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale
della regione. In ballo ci sono anche 500 milioni di euro, bloccati lo
scorso mese di marzo dall’Unione europea, che ha avviato una procedura di
infrazione nei confronti dell’Italia per l’ultima emergenza rifiuti campana.
Le conclusioni della commissione dovrebbero essere ufficializzate tra un
mesetto. Allora, probabilmente si saprà anche se i fondi saranno sbloccati o
dirottati verso altri interventi.
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