Il ricordo di Aurelio Visalli, morto per salvare due ragazzi dalle onde

Il sacrificio della Guardia costiera Aurelio Visalli. Lo ricordano il padre, un collega e il presidente della Stella Maris di Milazzo

Aurelio Visalli, secondo capo della capitaneria di Porto Guardia costiera di Milazzo (Messina), padre di due bimbi, non ha esitato a tuffarsi in mare per soccorrere due adolescenti spericolati. Li salva, ma lui muore annegato.

Due ragazzi, un 13 enne e un 15 enne, nonostante il mare agitato hanno deciso lo stesso di fare il bagno per spavalderia e irresponsabilità. La Guardia Costiera di Milazzo è intervenuta. Uno dei due ragazzi è riuscito ad aggrapparsi ad una boa. Il secondo stava per affogare. Aurelio Visalli, liberandosi della divisa, in mutande si è buttato, ma non è più riemerso. La magistratura appurerà cosa è successo, ma le onde erano alte più di sei metri e lo hanno risucchiato.

«Le lascio immaginare il dolore ‒ raggiungiamo il padre di Aurelio Visalli al cellulare ‒, non ci sono parole». Piange, si interrompe, singhiozza. È un dolore immane. «Mio figlio era un ragazzo dolcissimo, attaccato alla famiglia. Non se lo meritava. Più ci penso e meno me ne faccio una ragione. Se ne è andato per colpa di due idioti». La magistratura ha disposto l’esame autoptico e questa mattina il corpo è stato trasferito a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina. Per questo motivo bisogna attendere l’esito per fissare la data del funerale.

Moltissime le telefonate di solidarietà e di vicinanza che sta ricevendo. «Mi ha chiamato anche il vescovo di Messina mons. Accolla. Mi ha incoraggiato, prega per me e ha detto che mi vuole incontrare».

Sconvolti anche i colleghi della Capitaneria del porto. «Per me ‒ racconta un militare ‒ era un fratello e una persona eccezionale. Umile, mito, pacifico e un grande professionista sempre disponibile e affidabile. Mi scusi, non mi lasci dire altro è troppo acuto il dolore».

Matteo Di Flavia, presidente della Stella Maris di Milazzo lo ricorda come «un bravo ragazzo, un padre di famiglia». «Il mare non perdona ‒ ci spiega ‒, sono questioni di istanti in cui devi decidere cosa fare per salvare la vita ad una persona. E lui non ha esitato. Al largo le onde sono meno alte e più lunghe, invece sotto costa, appena ci si avvicina alla spiaggia, diventano più alte e violente. Probabilmente un’onda grossa lo ha scaraventato verso il fondale e poi lo ha risucchiato portandolo al largo. Ha donato la sua vita e ha salvato una persona». Lascia moglie e due figli in tenera età. Aveva solo 40 anni.

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