Ricordati di me

Ogni film di Muccino sembra obbligato a essere un film generazionale e quindi, per sua natura, a rappresentare un punto di riferimento destinato a sconfinare nel costume. Questa volta è toccato ai quarantenni, rappresentati da una tormentata coppia (Carlo e Giulia) alle prese con le crisi personali loro e dei figli (Veronica e Paolo, 18 e 19 anni). Carlo lavora in una società finanziaria ma ha avuto aspirazioni giovanili da scrittore; Giulia insegna in un liceo, ma in gioventù recitava; Valentina smania per diventare una ballerina televisiva; Paolo è scontento di sé e si sente poco considerato dagli altri. Ansie, sogni, frustrazioni e paure sono vissuti in un raptus di rivalità reciproca che, in un gioco al massacro, manda in frantumi i precari equilibri familiari perché il successo personale sembra l’unico modo per riscattare una vita insoddisfacente e una convivenza sempre più abulica. I quattro protagonisti si rinfacciano errori, sgomitano soffocati in un ruolo che non hanno scelto in una vita che non gli piace. Le legittima aspirazioni di ognuno alla realizzazione di sé viene perseguita senza mediazioni, né aiuto reciproco. Carlo cerca conforto in una vecchia fiamma ed è pronto a lasciare la famiglia; Giulia ritenta la strada del palcoscenico gettandosi anche tra le braccia del regista dello spettacolo; Valentina salta da un letto all’altro fino a riuscire ad approdare in televisione; Paolo non trova di meglio che finanziare una festa a base di marijuana pur di riconquistare la ragazza che ama. Tentativi di riscatto che avranno esiti differenti ma che non riusciranno a riportare, se non in apparenza, la serenità familiare. La famiglia di Muccino è contaminata senza rimedio dall’ambiente esterno, da quella società competitiva e senza anima votata solo al culto dell’apparire. In questo contesto i familiari si trasformano in avversari da sconfiggere: chi ha i numeri e la determinazione per emergere riesce a raggiungere l’effimera felicità dell’avercela fatta, mentre agli altri non resta che dissimulare le proprie frustrazioni, adeguandosi alla realtà dei fatti. Muccino è un regista forse sopravvalutato, ma innegabile che, insieme Virzì, è uno dei pochi a essere riusciti a rivitalizzare la commedia all’italiana, che ormai sembrava morta e sepolta. Pur con ambiguità e con una certa tendenza alla semplificazione, Ricordati di me rappresenta uno spaccato credibile della società italiana, analizzato senza troppe speranze dal regista romano. Regia di Gabriele Muccino; con Laura Morante, Fabrizio Bentivoglio, Silvio Muccino, Nicoletta Romanoff, Monica Bellucci. Cristiano Casagni Valutazione della Commissione nazionale film: A proposito di Schmidt: accettabile, problematico (prev.); Essere e avere: accettabile, poetico (prev.); Ricordati di me: discutibile, ambiguità.

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