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Accogliere e consolare, chiave per aprire il cuore di noi separati.
Accogliere «Nello scorso mese di gennaio ho partecipato ad un’incontro di risposati cristiani; stare con loro mi ha aiutato a capire tante cose, ad esempio quanto è importante il sacramento dell’Eucarestia. Forse niente è cambiato come situazione familiare, ma senz’altro si è fortificata l’unione con Dio.
«Risentirsi amati, risentirsi accolti. Accogliere, consolare è la chiave che apre il cuore di noi separati, quando ci sentiamo amati, le nostre paure i nostri pregiudizi cadono, soprattutto in chi ha contratto una nuova unione. Non abbandoniamoli, non abbandonateci.
«Nella mia esperienza di separata, dopo un cammino di guarigione dalle mie ferite durato quasi due anni, ho iniziato a mettermi in ascolto silenziosamente con quanti sentivo che soffrivano per la separazione. Da questa esperienza ho capito quanto sia importante tenere la porta del nostro cuore sempre aperta. Anche a me è successo, e qualche volta succede ancora, di dover chiedere aiuto, sentirmi fragile o sola; sapere che posso contare sull’amore dell’altro mi aiuta a rialzarmi».
Maria Satariano
Chiarezza «La separazione è per i nostri figli un grosso dolore. A volte rimane nel loro cuore la speranza che qualcosa possa ancora cambiare. Spesso si sentono colpevoli, cadendo in crisi molto profonde. A volte vediamo figli che cercano di trovare nei propri genitori, anche se questi continuano a sbagliare, qualcosa di bello, per soffrire di meno. Ascoltarli, dedicare loro tempo, aiutarli a non sentirsi abbandonati o colpevoli è il nostro primo compito. Un altro aspetto importante è quello della maggior chiarezza possibile: per non confonderli è indispensabile che le figure dei genitori naturali e di quelli acquisiti restino ben distinte».
Un lettore
Nuove unioni «Ho apprezzato molto il numero 7 della rivista. Ho visto la mia situazione di separato, che vivo da tre anni e mi ha fatto piacere che abbiate dato risalto a questo tipo di esperienze, molto dolorose e sofferte, ma che vogliono avere ancora un senso.
«Mi ha colpito però la sottolineatura e lo spazio che avete dato a situazioni in cui il coniuge rimane solo a vivere la separazione. So che nel movimento vi sono spazi di formazione e accoglienza anche per chi vive situazioni di nuove unioni e penso sarebbe un fatto positivo vedere tra le colonne di Città nuova esperienze belle anche di queste persone. Sono certo che anche questi uomini e donne, nella loro realtà di impegno, di onestà, di aiuto, di amore reciproco, vivano qualcosa di buono, di vero, che merita di essere raccontato.
«L’impressione molto spesso, tratta dall’esperienza fatta anche in ambito ecclesiale, è che esistano ancora dei confini, delle barriere e delle distinzioni tra persone».
Un lettore
Abbiamo affrontato questo tema nel n. 5/2008 riferendo dell’incontro organizzato a gennaio 2008 da Famiglie nuove per coppie di nuova unione. Il desiderio e il bisogno, da parte dei separati risposati, di momenti di condivisione è ben avvertito nei Focolari e anche noi di “Città nuova” faremo la nostra parte.