Retinopera, incubatore di cittadinanza attiva
Per tema, la formazione socio-politica. Per protagonisti, 19 associazioni e movimenti ecclesiali. Per orizzonte, scienza e coscienza della nuova classe dirigente del Paese
Una benedizione non fa mai male. Se poi viene data in modo mirato e con perfetto tempismo è ancora meglio. Se ad impartirla è addirittura il presidente dei vescovi italiani, card. Bagnasco, allora il momento e l’avvenimento assumono il rilievo dei fatti che contano.
L’arcivescovo di Genova è stato invitato, sabato 17 dicembre, ad aprire i lavori della Giornata di riflessione sulla formazione socio-politica organizzata da Retinopera, che raggruppa sui temi della Dottrina sociale della Chiesa le 19 principali aggregazioni ecclesiali o di ispirazione cristiana, dall’Azione cattolica alla Confcooperative, dal Movimento dei focolari al Rinnovamento nello Spirito, dalla Comunità di sant’Egidio alle Acli, dalla Compagnia delle Opere alla Coldiretti.
«Le realtà che aderiscono a Retinopera hanno uno specifico da apportare al movimento che – grazie a Dio – ha preso il largo e che deve portare i cattolici del nostro Paese a spendersi non per smania, ma in “scienza e coscienza”, nei vari ambiti e livelli della vita sociale e politica», ha dichiarato il porporato agli oltre 300 rappresentanti dei gruppi componenti Retinopera. Li ha ringraziati per «la presenza intelligente e operosa», prima di formulare un auspicio che se non costituisce un programma poco ci manca: «Ci auguriamo che cresca e maturi un soggetto interiormente coeso e diffuso che – come fermento capillare – stimoli ad una formazione dottrinale sempre più documentata e, al contempo, provochi alla lettura cristiana della realtà».
Formazione più accurata, dunque, e discernimento comunitario del presente alla luce della Dottrina sociale. Questa la consegna del card. Bagnasco, al termine di un’apprezzata relazione sull’Educare e formare la coscienza, sottolineando fortemente quanto “Lo sviluppo umano ha bisogno di cristiani”, come recitava il titolo dell’appuntamento.
Non c’è stato il battage mediatico che precedette l’incontro di Todi, nell’ottobre scorso, quando sembrava che dalla cittadina umbra sarebbe partita una sorta di presa di possesso del Paese da parte dei cattolici. Due mesi fa soltanto, eppure negli interventi degli esponenti del laicato organizzato appariva come già molto lontana. In effetti, è cambiato il governo ed è tramontato uno stile, un linguaggio e soprattutto una considerazione dei gravi problemi del Paese. Per di più, alcuni dei relatori di allora compongono adesso la squadra di governo. Una conseguenza di non poco conto.
Solo in un paio di interventi è emersa la preoccupazione di non arrivare impreparati alle prossime elezioni politiche, temute per la primavera prossima, mentre nessuno ha fatto cenno ad un’eventuale nuova formazione. In poco tempo lo scenario è cambiato ed i cattolici sono piuttosto pressati a posizionarsi sui nuovi ricollocamenti dei principali partiti.
Nella significativa sede del convegno, l’aula magna della Pontifica università gregoriana, è piuttosto emersa – e con grande evidenza – l’intenzione di riqualificare i percorsi formativi dentro le singole associazioni, magari favorendo sinergie dentro il comune cammino in Retinopera. A lungo di formazione ha parlato il sociologo Magatti nella documentata relazione, evidenziando che al gran fermento che pervade il mondo cattolico in questo momento coesiste un livello di formazione socio-politica ancora insufficiente alla ricchezza della Dottrina sociale, che favorisca un maggiore legame tra azione e pensiero e consenta di accorciare la distanza sinora esistente tra cattolici e politica.
«Ci auguriamo che cresca e maturi un soggetto interiormente coeso e diffuso che stimoli ad una formazione dottrinale e provochi alla lettura cristiana della realtà». L’augurio di Bagnasco sembra proprio che modelli profilo e compiti di Retinopera con un mandato che non si limiti ai vertici delle organizzazioni. Nelle conclusioni,infatti, il coordinatore Pasquali ha indicato tra gli obbiettivi programmatici quello di ricercare nuove strade e inediti metodi di formazione (facendo tesoro dell’esperienza di ciascuna organizzazione), alzare il livello della qualità, privilegiare le nuove generazioni, mentre ogni anno si terrà un appuntamento di riflessione sulla formazione socio-politica. Sulla logica e sui tempi di Retinopera, Pasquali ha sgombrato il campo dai dubbi e calcoli: «Siamo chiamati a prepararci seriamente, non alle prossime elezioni, ma a favorire lo sviluppo di un nuovo umanesimo, quello che serve al Paese».