Una t-shirt per Castelluccio

La campagna è partita da Daniele Testa, nato a Roma ma originario di Castelluccio, che da fine ottobre si è trasferito in Umbria per aiutare le popolazioni terremotate. Da qui è stata lanciata la campagna di raccolta fondi: “Resto in piedi sono Castelluccio”, a sostegno dei terremotati del Centro Italia

Era il 30 ottobre 2016 e un’altra forte scossa di terremoto distruggeva completamente il piccolo borgo di Castelluccio di Norcia, famoso per la coltivazione di una delle lenticchie migliori in Italia. Con le strade bloccate e le case svuotate la frazione del comune di Norcia stava diventando un borgo fantasma, così la rinascita è partita proprio dagli abitanti. Daniele Testa, originario di Castelluccio, è stato uno tra i primi a lanciare una campagna di raccolta fondi per aiutare le popolazioni terremotate: “Resto in piedi sono Castelluccio”, un’iniziativa lanciata su Worth Wearing, piattaforma online di realizzazione e distribuzione di t-shirts on demand (https://worthwearing.org/store/campo-di-lenticchia-castelluccio-di-norcia.). Sul sito è possibile acquistare le magliette con la stampa di Dylan Dog, disegnate da Nives Manara e in cotone biologico, tutto il ricavato sarà devoluto alla proloco di Castelluccio di Norcia e alle aziende agricole distrutte dal sisma.

Piana di Castelluccio
Piana di Castelluccio

Daniele, nato a Roma, conosce bene il piccolo borgo della Valnerina dove è nato il padre, e ha deciso di non lasciare da sola la sua popolazione. Da ottobre, dopo l’ultima forte scossa, si è trasferito in Umbria per aiutare da vicino e concretamente Castelluccio:

Fino al 26 ottobre ho vissuto a Roma – racconta Daniele –, dopo il terremoto sono tornato a vivere a Norcia per cercare di rimettere in piedi il paese in cui sono cresciuto, perché dopo il verbo amare, il verbo aiutare è il più bello del mondo.

Dopo aver organizzato diversi punti di raccolta a Roma per portare i primi aiuti, Daniele ha lottato anche per la riapertura della strada che porta a Castelluccio lanciando una petizione su Change.org. Bloccando le strade, infatti era impossibile per gli abitanti e soprattutto per i coltivatori ricominciare a costruire e a riportare la vita.

«Se non possiamo salire, non potremmo nemmeno procedere alla semina della lenticchia e quindi addio anche alla nostra famosa fioritura. Sarebbe un ulteriore enorme danno per questa terra già così martoriata», commentava Nello Perla, presidente della cooperativa agricola Castelluccio. Così, finalmente, grazie anche all’insistenza degli agricoltori del luogo e al lavoro delle istituzioni, è stato aperto un varco protetto attraverso la galleria di Forca Canapine e sull’altopiano sono arrivate le prime seminatrici.

A Castelluccio si riparte proprio in questi giorni dalla semina, tra i brindisi degli agricoltori e la gioia di chi spera, un giorno, di tornare a casa.

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