Restituzioni agli ortodossi

Nuove leggi ricuciono vecchi strappi con i cristiani del patriarcato ecumenico e con gli ebrei. Ma la coperta è ancora corta per coprire latini e armeni.
Turchia

In coincidenza con la tradizionale festa per la rottura del digiuno del Ramadan organizzata il 28 agosto in onore del Primo ministro Erdogan, lui stesso ha voluto annunciare l’approvazione di un decreto legge per la restituzione alla minoranza della Chiesa ortodossa e a quella ebraica delle proprietà confiscate dal governo turco dal 1936 in poi. Alla festa, hanno partecipato i rappresentanti di 161 fondazioni non musulmane. Con la nuova normativa le minoranze religiose riconosciute dal Trattato di Losanna del 1923, ratificato ad Ankara dal governo di Kemal Atatürk, hanno un anno di tempo per chiedere la restituzione di tutte le proprietà religiose registrate nel censimento del 1936 e successivamente confiscate dallo Stato turco. Si stima che circa mille proprietà immobiliari saranno restituite in questo modo ai greco-ortodossi e che ammonti a circa 700 milioni di euro il costo dell’intera operazione per lo Stato turco.

 

Il decreto entrato in vigore non riguarda però i cittadini latini sicché, insieme ai consensi raccolti, il provvedimento ha suscitato forti perplessità. Tuttavia da più parti si riconosce che si tratta di un primo passo al quale ne dovranno seguire molti altri.

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