Restare umani davanti al non senso

Napolitano risponde ad una lettera aperta di Tonia Marsella, donna di Taranto che si è rivolta al presidente della Repubblica per ritrovare un legame sociale aperto al futuro. Ecco il testo integrale della lettera della signora e della risposta arrivata dal Quirinale
ilva taranto

Si conoscono ormai ufficialmente – numeri del ministero della Salute – gli alti tassi di mortalità per tumore a Taranto. Finite le schermaglie per nascondere un disastro ambientale che ha troppe responsabilità, restano aperte le domande che non si possono nascondere ma solo rimuovere. Le ha poste, con efficacia, Tonia Marsella di Taranto, in una lettera aperta al presidente della Repubblica Napolitano. Il dissenso è esplicito verso il decreto legge che reimmette i Riva nel possesso della grande acciaieria dell’Ilva. Bonificare senza interrompere la produzione sembra un controsenso alla signora Marsella, come, pare, alla magistratura inquirente che sta studiando i modi per interessare la competenza della Corte Costituzionale.

I numeri del Pil e delle politiche industriali di un Paese in crisi si agitano come la tromba d’aria che si è abbattuta sul cielo della capitale della Magna Grecia. Ma contro il determinismo di chissà quale divinità che ci vuole mantenere nella confusione e nel non senso, la lettera esprime la necessità di un rapporto, di rendere ragione dentro la contraddizione. Come la solidarietà richiesta dai “cittadini e lavoratori liberi e pensanti” ai dipendenti dell’Ilva di Genova che hanno esultato per lo stesso decreto considerato come unica via per scongiurare lo spettro della chiusura dell’attività. Lo hanno chiesto anche alle “donne di Cornigliano” che si batterono per trasferire le lavorazioni a caldo dell’acciaieria lontano dalle abitazioni liguri.

Prima di qualsiasi analisi e obiezione preventiva, bisogna lasciarsi attraversare da questa lettera della donna tarantina che non può lasciare indifferente nessuno e che non ha lasciato indifferente soprattutto il presidente Napolitano alle prese, in queste ore, con la crisi del governo incipiente, con altre lettere e messaggi che non sono affatto così trasparenti.

Ecco il testo integrale dell’appello che abbiamo chiesto alla signora Marsella.

Lettera a Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica

«Avevo davvero riposto in Lei la mia fiducia, credevo che fosse una persona "per bene", che difendesse la nostra Costituzione.  Credevo che quei valori, di cui tanto parla, fossero davvero radicati in Lei e fossero il punto di riferimento per ogni sua azione, per ogni sua decisione.

Credevo che avrebbe scelto la Vita e non la morte.. E invece ha firmato la nostra condanna. La condanna di una città sacrificata da anni in nome del profitto più squallido e criminale, abbandonata nelle mani di una famiglia di imprenditori senza scrupoli, plurindagati e pluricondannati e tutt'oggi agli arresti domiciliari o addirittura latitanti.

Come credere ancora nello Stato Italiano? Come credere nella politica e in chi dovrebbe difendere e promuovere il bene comune… e invece ci ha rubato anche il diritto alla Vita?

A Taranto c'è un'ordinanza del sindaco che vieta il pascolo entro un raggio di non meno di 20 km attorno all’area industriale… ma in quei 20 km noi ci viviamo!! Vivono i nostri bambini!!! Le pecore e le capre sono state uccise… ora lo Stato uccide anche noi… per decreto!!!

Ho bisogno di sapere da Lei, signor presidente, cos'hanno di diverso i bambini di Genova rispetto ai nostri. Perché lì l'area a caldo è stata chiusa, in quanto incompatibile con la città, e la produzione spostata a Taranto? Chi ha compiuto il "miracolo" rendendola "compatibile"?!

Venga qui, venga a visitare i nostri bambini devastati dal cancro (e non solo), li guardi negli occhi e sostenga il loro sguardo, se ci riesce, gli spieghi perché lo Stato ha preferito darli in pasto al Mostro, quel mostro che ha distrutto il nostro mare, violentato la nostra terra, insozzato il nostro cielo. Dica alle loro mamme che la malattia e la morte del figlio è necessaria altrimenti cala il Pil!!!

Una pagina vergognosa e vigliacca della storia di questa nazione è stata scritta oggi… e porta la sua firma!

Ora le auguro buona notte, presidente… ma non so se e come riuscirà a dormire… e se ci riuscirà allora si preoccupi, perché temo che ha barattato la sua coscienza col vile denaro».

Taranto 03.12.2012

Tonia Marsella

Taranto

 

Ecco la risposta arrivata dal Quirinale

Gentile Signora Marsella

 «Ho letto con attenzione la sua lettera, fortemente segnata da amarezza e insofferenza, sulla difficile situazione dell'ILVA di Taranto, e vorrei esprimere la mia sincera comprensione a lei e a tutte le mamme che stanno affrontando, non da ora, momenti tanto angosciosi». Inizia così la risposta del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla lettera ricevuta nei giorni scorsi dalla signora Tonia Marsella sulla drammatica situazione di Taranto.

«Comprendo – ha continuato il Capo dello Stato – il drammatico timore che si può provare per la salute e la vita dei propri figli, così come conosco il tormento delle donne, degli uomini e dei figli che temono di perdere il lavoro e di veder così minacciato il proprio futuro. Anche da questi ho ricevuto lettere altrettanto accorate, nelle quali spesso emergono parole egualmente segnate da preoccupazione e allarme. Oggi vorrei nuovamente rispondere, a tutti, con lo stesso spirito con cui nel luglio scorso auspicai che si procedesse "rapidamente ed efficacemente" agli "interventi spettanti all'impresa e alle iniziative del governo nazionale e degli enti locali che risultino indispensabili per un pieno adeguamento alle direttive europee e alle norme per la protezione dell'ambiente e la tutela della salute dei cittadini. Credo – ha aggiunto il Presidente Napolitano – di essere stato coerente con quella impostazione: dopo più di quattro mesi senza alcuna soluzione al grave problema – un lasso di tempo che va ad aggiungersi all'annoso cumulo di ritardi, omissioni ed inadempienze – ho emanato il decreto legge sottopostomi dal governo contenente "disposizioni urgenti a tutela della salute, dell'ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale".

Disposizioni quindi, si badi bene, non dettate per la sola ILVA di Taranto. Tutti i valori indicati nel decreto – salute, ambiente, lavoro – sono richiamati dalla Costituzione, e sono tutti beni primari da tutelare nell'ordinamento democratico, bilanciandoli tra loro nel miglior modo possibile. In questo senso si intende ora operare: definendo un quadro normativo generale, che obblighi i responsabili dell'azienda all'esecuzione di interventi immediati e mirati al ripristino di condizioni di sicurezza nella attività produttiva attraverso il sostanziale abbattimento delle emissioni inquinanti, salvaguardando insieme ed unitariamente i "beni" della salute, dell'ambiente e del lavoro. Si tratta di ridare speranza e costruire un futuro per una città che sta pagando un duro prezzo per i ritardi e le inadempienze del passato».

«So che il risultato non è scontato: dovranno essere affrontati nuovi problemi e pesanti difficoltà. Ci sarà, soprattutto, bisogno della vigile partecipazione di tutti i soggetti istituzionali e dei cittadini. E si dovrà contare, quindi, – ha concluso il Capo dello Stato – anche sulla vostra sensibile attenzione e sulla comune responsabilità alle quali faccio ancora appello.

Roma 7 dicembre 2012

Con viva cordialità Giorgio Napolitano

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