Respingimenti senza umanità
Cosa sta succedendo oltre confine? «Niente di particolare, quello che è sempre successo, ma ora finalmente i fatti, là dove possibile, vengono documentati e messi in circolazione, perché si sappia e si conosca il trattamento che viene riservato a che vuole attraversare il confine». Non fa una grinza, né si indigna più di tanto, un commerciante di generi alimentari che attraversa spesso la frontiera con la Francia, in treno o in auto a seconda delle circostanze. Parliamo di respingimenti, pratica che si ripete quotidianamente ai confini di Ventimiglia e Bardonecchia.
Ultimamente i gendarmi francesi hanno operato due respingimenti di famiglie, con bimbi piccoli, di donne in stato di gravidanza. Il nostro interlocutore conferma nuovamente: «Sono la norma, questi hanno semplicemente segnato il picco di un andazzo che è normalità per i gendarmi».
Ora circola il video che mostra una famiglia di migranti nigeriani respinta con forza alla frontiera francese di Mentone, con la donna in stato di gravidanza presa per braccia e gambe e scaraventata giù dal treno. Tutto filmato da alcuni studenti di Cannes, che stavano tornando da un reportage a Ventimiglia sulle associazioni di aiuto dei migranti. Tutto accaduto a poche settimane da quando il tribunale di Nizza aveva riconosciuto che il respingimento in Italia dei migranti minori è illegittimo.
L’episodio risale a metà del mese di febbraio, ma il video è stato pubblicato solo nei giorni scorsi: per permettere alla famiglia nigeriana di ripartire senza ripercussioni. Tutto è accaduto «senza umanità – hanno raccontato i ragazzi di Cannes al quotidiano Nice-Matin –, è stato assurdo vedere i gendarmi minacciosi e violenti, tanto che la maggior parte di passeggeri sono rimasti scioccati ed alcuni di loro hanno lasciato il vagone». Il fatto è accaduto a bordo di un treno fermo alla stazione Garavan a Mentone, in Francia.
L’episodio e il video sono stati segnalati all’Osservatorio Nazionale sulle Violenze e segue quello avvenuto la settimana precedente nel centro migranti di Bardonecchia, in provincia di Torino, provocando un incidente diplomatico tra Italia e Francia. Allora quattro agenti francesi erano entrati nei locali della stazione ferroviaria, gestiti dalla Ong Raimbow for Africa, per controllare un nigeriano in bagno e fargli produrre un campione di urina da analizzare. L’uomo era stato scambiato per uno spacciatore, anche se i risultati delle analisi hanno dato esiti negativi.
Secondo Rainbow for Africa, entrando nel centro gli agenti armati hanno intimidito un medico, i mediatori e gli avvocati presenti, tanto da sollevare le proteste del ministro degli Interni Marco Minniti.
E come se non bastasse sempre nel mese di marzo una guida alpina francese è stata sorpresa dalla polizia mentre soccorreva una donna nigeriana, incinta all’ottavo mese di gravidanza, che tentava di attraversare il confine insieme al marito e due figli piccoli al Passo del Monginevro. L’uomo è stato indagato dalla magistratura francese per violazioni delle leggi sull’immigrazione e rischia cinque anni di carcere.
A fine marzo, sempre a Bardonecchia, una donna di 31 anni, nigeriana, a poche settimane dal parto, è stata respinta al confine dalle autorità francesi, è stata soccorsa e trasferita all’ospedale Sant’Anna di Torino, dove è morta, mentre il neonato si è salvato.
Forse sta succedendo un fatto strano: lo straniero non mi fa paura per la sua diversità, per le sue differenze, ma mi fa paura per le sue possibili uguaglianze. Allora devo tenerlo distante a tutti i costi, sennò io chi sono. Ma è davvero questa la nuova cultura europea? Non ne siamo convinti per nulla.