Resi capaci di unità
Al termine della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, Benedetto XVI fa il punto della situazione sul tema dell'ecumenismo.
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Durante la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, Benedetto XVI è intervenuto più volte sull’ecumenismo, tema a lui caro fin dall’inizio del suo pontificato, facendo il punto della situazione. Nell’udienza del 20 gennaio ha affermato che «nell’anno appena trascorso i vari dialoghi hanno registrato positivi passi. Con le Chiese ortodosse la Commissione mista internazionale per il dialogo teologico ha iniziato, nell’XI sessione plenaria svoltasi a Paphos di Cipro nell’ottobre 2009, lo studio di un tema cruciale nel dialogo fra cattolici e ortodossi: il ruolo del vescovo di Roma nella comunione della Chiesa nel primo millennio, cioè nel tempo in cui i cristiani di Oriente e di Occidente vivevano nella piena comunione….Con le Comunità ecclesiali di Occidente si sono esaminati i risultati raggiunti nei vari dialoghi in questi quarant’anni, soffermandosi, in particolare, su quelli con la Comunione anglicana, con la Federazione luterana mondiale, con l’Alleanza riformata mondiale e con il Consiglio mondiale metodista».
Un anno ricco che ci rende coscienti che l’unità dei cristiani richiede costanza, coinvolge la vita individuale e collettiva delle comunità cristiane. Comporta un dialogo teologico ma anche una attenzione reciproca che sana i contrasti che nella storia sono maturati. È costruita con la preghiera che invoca l’unità come un dono di Dio ed è un cammino di dialogo tra cristiani nella vita per dare risposta alle attese dell’uomo di oggi.
Quest’anno la riflessione si è incentrata sul passo di Luca 24, 45-49 in cui Gesù risorto dopo aver ricordato l’evento della morte e resurrezione, e prima di ascendere al cielo affida ai discepoli un compito: «Voi sarete testimoni di tutto ciò». Ma i discepoli sanno che la loro testimonianza è debole se non sono uniti, e la Conferenza Ecumenica di Edimburgo del 1910 sottolineò lo stretto rapporto tra unità delle chiese e missione.
Benedetto XVI, nell’omelia dei vespri del 25 gennaio, ha notato: «Il desiderio di annunciare agli altri il Cristo e di portare al mondo il suo messaggio di riconciliazione che fa sperimentare la contraddizione della divisione dei cristiani… Lo stesso Maestro, al termine dell’ultima cena, aveva pregato il Padre per i suoi discepoli: "Che tutti siano una sola cosa… perché il mondo creda" (Gv 17,21). La comunione e l’unità dei discepoli di Cristo è, dunque, condizione particolarmente importante per una maggiore credibilità ed efficacia della loro testimonianza».
Riconoscersi ed amarsi reciprocamente è una premessa e vivere in questa prospettiva, ci dice Benedetto XVI, comporta la coscienza che «il lavoro ecumenico non è un processo lineare. Infatti, problemi vecchi, nati nel contesto di un’altra epoca, perdono il loro peso, mentre nel contesto odierno nascono nuovi problemi e nuove difficoltà. Pertanto dobbiamo essere sempre disponibili per un processo di purificazione, nel quale il Signore ci renda capaci di essere uniti. (udienza del 20 gennaio). E questa coscienza ci coinvolge tutti.