Repubblica Centrafricana: tokenizzazione in corso

La Repubblica Centrafricana è il secondo Paese al mondo dopo El Salvador a dare corso legale alle criptomonete. In uno dei Paesi più poveri e instabili del mondo, tra i vantaggi individuati ci sarebbe la gestione svincolata dal controllo della Banca Centrale delle criptovalute: i bitcoin e i (nuovi) sangocoin.
criptovaluta
Foto Pexels

Lunedì 29 maggio l’Assemblea nazionale della Repubblica Centrafricana ha adottato una legge sulla tokenizzazione crittografica delle risorse naturali: ha reso cioè legali i trasferimenti di criptomoneta utilizzando blockchain come sistemi di pagamento. Nello specifico, la nuova legge consente agli investitori di acquisire beni come terreni e concessioni minerarie utilizzando criptovalute. L’approvazione di questa legge segue l’adozione da parte della Repubblica Centrafricana, nell’aprile 2022, di bitcoin come moneta a corso legale nel Paese (accanto al franco Cfa), e il lancio di una nuova criptovaluta nazionale chiamata sangocoin.

Durante la conferenza dei capi di Stato della Cemac (Comunità economica dell’Africa centrale) il 17 marzo scorso a Yaoundé, si era discusso a porte chiuse del futuro della criptovaluta (bitcoin) in Centrafrica, come valuta ufficiale accanto al franco Cfa. I presidenti della subregione, tra cui il centrafricano Faustin Archange Touadéra, si erano allora allineati al parere della Banca Centrale ribadendo il loro attaccamento al franco Cfa, moneta unica avente corso legale nell’intera regione.

La nuova legge approvata il 29 maggio dall’Assemblea nazionale della Repubblica Centrafricana stabilisce il quadro per «l’uso di valute virtuali bitcoin e sangocoin nel processo di investimento», anche «da parte di cittadini stranieri che desiderano investire in titoli minerari, agrari, forestali». Gli investitori «hanno il diritto di trasferire all’estero tutti gli utili annuali loro spettanti previo pagamento di tasse, imposte e altri adempimenti», prevede inoltre la legge.

Il presidente centrafricano, Faustin-Archange Touadéra, aveva già annunciato nel luglio 2022 che i sangocoin sarebbero diventati «il catalizzatore per la tokenizzazione delle vaste risorse naturali» del Paese.

I deputati dell’opposizione, che fanno parte del comitato paritetico, hanno boicottato la plenaria dedicata all’esame della legge sulla tokenizzazione delle risorse naturali. Hanno accusato il governo di «organizzare la svendita di risorse naturali all’intera malavita del pianeta».

La Corte Costituzionale della Repubblica Centrafricana aveva dichiarato “incostituzionale”, lo scorso agosto, l’acquisizione di cittadinanza “e-residence” e l’acquisto di terreni e risorse naturali del Paese tramite criptovaluta sangocoin. Ma il presidente di questa Corte, che ha anche invalidato i decreti presidenziali che istituivano una commissione incaricata di redigere una nuova Costituzione, è stato però licenziato nell’ottobre 2022 per ordine del Ministro della funzione pubblica.

Non sono neppure mancate le critiche tecniche al progetto: molti lo considerano “irrealistico” in un Paese in cui il tasso di penetrazione di Internet raggiunge a malapena l’11% della popolazione, e il tasso di elettrificazione è limitato al 14,3%.

Per contrastare l’ascesa delle criptovalute che potrebbero minacciare la sua indipendenza, la Banca Centrale sta anche progettando di creare una propria moneta digitale. Si tratta di una versione digitale di banconote e monete, più sicura e meno volatile perché emessa da una Banca Centrale, a differenza delle criptovalute come bitcoin. Il vantaggio delle valute digitali è che facilitano i trasferimenti e i pagamenti transnazionali. La Nigeria è in Africa un pioniere in questo settore con eNaira, la valuta digitale emessa dalla Banca Centrale nigeriana.

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