I remember wall – Il muro della memoria
Khaim Hecht è nato a Izbica, in Polonia, prima della seconda guerra mondiale faceva il calzolaio, è una vittima della Shoah. È al suo nome e alla sua storia che è stato collegato il mio quando sono entrata nel sito dello Yad Vashem, The World Holocaust Remembrance Center, il Museo della Shoah di Israele, che in occasione della Giornata della Memoria ha realizzato il progetto “I Remember Wall – Il muro del ricordo”. Basta inserire pochi dati e il proprio nome verrà collegato, in maniera del tutto casuale, al nome e alla storia di una vittima dell’olocausto, uno dei 6 milioni di ebrei che il Museo cerca di ricordare con un database continuamente aggiornato che ad oggi contiene oltre 4,8 milioni di nomi.
Così, quel nome e quel volto appariranno in un gigantesco muro virtuale, accanto ad altre migliaia di fotografie per dare la possibilità a tutti di leggere la storia, interiorizzare un piccolo particolare, vedere la foto, diffondere la biografia di una vittima della Shoah.
Si può scegliere anche un nome specifico da ricordare e abbinare al muro, l’obiettivo è uno solo: nessuno deve essere dimenticato. Un muro della memoria virtuale, che unisce le persone da ogni parte del mondo, sono oltre 120 mila coloro che si sono iscritti al progetto, principalmente cittadini tedeschi, israeliani, italiani e americani.
Ed è questo l’obiettivo dello Yad Vashem, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah, istituito nel 1953 con un atto del Parlamento israeliano, con il compito di documentare e tramandare la storia del popolo ebraico durante la Shoah, preservando la memoria di ognuna delle 6 milioni di vittime per mezzo dei suoi archivi, della biblioteca, della Scuola e dei musei.
Un’idea per dare un volto e una storia a tutte le vittime ma anche per ricordarci che ognuno di noi può ricordare e può continuare a far vivere, in qualche modo, chi ha perso la vita durante uno dei periodi più tristi e drammatici della nostra storia.