Regola di vita e Vangelo

Tutti siamo chiamati alla santità, ciascuno secondo la propria misura e secondo la propria regola di vita. Come disporre del nostro tempo? Secondo quali criteri? Una riflessione illuminante di Maria Ignazia Angelini in “A regola d’arte” (Città Nuova, 2017)

Alla base della pratica di una regola di vita sta un mistero teologale: la vita umana, ogni singola vita umana, è una singolarità immensamente preziosa, nella quale sta impresso il volto di Dio cui la libertà deve progressivamente dar colore, espressione, rughe, bellezza. Dio non è più senza l’uomo, e l’uomo è persona, singolare esistenza. La chiamata universale alla santità è un dato teologico che – a partire dall’ecclesiologia del Vaticano II – innova profondamente l’orizzonte della vita cristiana, e particolarmente quella laicale. Pone in primo piano la preziosità di ciò che è comune a tutti i battezzati, e valorizza grandemente la vocazione fondamentale che impegna ciascun credente al medesimo livello di qualità di vita.

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Vediamo infine come la santità, vocazione universale, possa essere esercitata dunque da tutto il popolo di Dio, secondo la propria misura:

È dunque evidente per tutti, che tutti coloro che credono nel Cristo di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità e che tale santità promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano. Per raggiungere questa perfezione i fedeli usino le forze ricevute secondo la misura con cui Cristo volle donarle, affinché, seguendo l’esempio di lui e diventati conformi alla sua immagine, in tutto obbedienti alla volontà del Padre, con piena generosità si consacrino alla gloria di Dio e al servizio del prossimo.

Nei vari generi di vita e nei vari compiti una unica santità è coltivata da quanti sono mossi dallo Spirito di Dio e, obbedienti alla voce del Padre e adorando in spirito e verità Dio Padre, camminano al seguito del Cristo povero, umile e carico della croce, per meritare di essere partecipi della sua gloria. Ognuno secondo i propri doni e uffici deve senza indugi avanzare per la via della fede viva, la quale accende la speranza e opera per mezzo della carità.

È dunque lanciata dal Vaticano II una seria sfida a ogni battezzato a scoprire la propria regola d’arte.

In che senso? Nel senso che la santità, cioè la risposta libera e incarnata in una storia concreta, di ogni battezzato, non è un optional ma il senso compiuto di ogni esistenza cristiana. Ogni persona è chiamata per nome dall’incontro con il Signore Gesù, la sua umanità. È sfidato a scoprire il filo di senso della propria storia, a partire da eventi originari e da lì alla visione del dipanarsi di un “ordine”- ordine di vita e non di calcolo.

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Come disporre tempi e opere dei giorni con discernimento, e senza cadere nel tranello di modelli gnostici di vita “regolare”? Come evitare la dispersione in una vita in preda alle emozioni del momento, e d’altra parte l’illusione di una vita angelica che ignora il senso del limite?

Il Vangelo ci fa scoprire la mutua implicazione di libertà umana e regola. Nell’esistenza umana, non c’è libertà senza regola e non c’è regola senza libertà. C’è, più profondamente, un modo di riferirsi alla regola che è servile, e un modo che è ispirato dalla libertà.

Questo non vale solo nell’epoca contemporanea, è conseguente allo stile dell’annuncio di Cristo Gesù. E già gli antichi monaci, che pure coltivavano l’obbedienza, lo mettono bene in evidenza:

Dunque, non ti imporre nulla. Sii obbediente, umile: esigilo da te stesso ogni giorno. Anche il profeta, volendo significare il mistero racchiuso in questo «ogni giorno», diceva: «E dissi: Ora ho cominciato» (Sal 76, 11: Vulgata e LXX). E Mosè: «E ora, Israele» (Dt 4, 1; 10, 12). Anche tu, dunque, mantieni l’“ora”.

Quanto alla regola che chiedi, con molti giri ritardi l’ingresso per la porta stretta nella vita. Ecco, Gesù Cristo ti dice in breve come si deve entrare. Lascia andare le regole degli uomini e ascolta lui che dice: Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quindi, non volere regole. […] Usa il discernimento. […] Anche riguardo al problema del regime alimentare, di cura della salute, la regola è inutile. Fa’ tutto con sapienza e conseguirai la vita, che è in Gesù Cristo.

Da “A regola d’arte. Appunti per un cammino spirituale” di Maria Ignazia Angelini (Città Nuova, 2017)

 

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