Regione Lombardia: sott’accusa anche l’opposizione

Dopo i reati addebitati a Pdl e Lega Nord, ora sono sotto indagine una trentina di consiglieri regionali di Pd, Sel, Idv e Udc per spese effettuate tra il 2008 e il 2012. E subito si infiamma lo scontro tra i candidati a sindaco di Milano
Pirellone a Milano

Dopo i consiglieri di maggioranza (62 eletti tra Pdl e Lega), ora è la volta di quelli dell’opposizione. Dopo le indagini delle forze dell'ordine, è stata infatti formulata l'accusa di peculato per esponenti di Pd, Sel, Idv e Udc relativa a spese effettuate tra il 2008 e il 2012. E sono ben una trentina i consiglieri regionali iscritti nel registro degli indagati della Procura di Milano.

L’accusa è la solita: la conferma che qualche politico si serve del suo ruolo e delle sue prerogative per faccende personali. Che il bene comune, il servizio alla società non interessa a tutti. Naturalmente, le accuse andranno confermate, ma intanto alcuni consiglieri sono accusati di aver utilizzato i fondi per spese non compatibili con gli scopi del mandato elettorale.

Dall’unico rappresentante del partito dei Pensionati fino all’Italia dei valori e a Sel, i consiglieri hanno addebitato le uscite al fondo complessivo del gruppo. Nell'Udc e nel Pd, invece, le spese sono state caricate sia sulle dotazioni personali dei singoli consiglieri, sia sul gruppo. Nel Pd, le note-spese di ciascun rappresentante non superano in molti casi poche centinaia di euro al mese, a differenza di Pdl e Lega nei quali la media è di 1.500 euro a testa. Per stabilire se ci sono state altre irregolarità, bisognerà attendere le verifiche sulle spese di ciascun gruppo.

Il Partito Democratico, unico ad aver messo sul suo sito internet l'elenco delle spese a partire dall'annualità 2012, ha una uscita cospicua che riguarda i convegni (103 mila euro), i viaggi dei consiglieri (99 mila euro), poi ci sono 43 mila euro per consulenze, 37 mila per materiale per ufficio e 35 mila per spese di rappresentanza e trasporto. Naturalmente per tutti abbondano i pranzi, le consumazioni al bar e i coffee break (5.500 euro tra marzo e giugno 2012), gli alberghi, il materiale elettronico (pc e tv) e i francobolli.

Ovviamente non sono mancate le “stoccate”. Maroni e Salvini, Lega Nord, chiedono ad Umberto Ambrosoli se, per caso, non abbia intenzione di rinunciare alla candidatura visti gli sviluppi dell'indagine. Formigoni scrive su Twitter: «Ambrosoli aveva giurato di non volere indagati in lista. Ora le sue liste ne sono piene. Che farà il grande avvocato?». Ambrosoli non li lascia a bocca asciutta: ripete di essere favorevole ai controlli anche sulle opposizioni e contrattacca replicando che il Carroccio: «Farebbe meglio a mettere qualche manifesto abusivo in meno, e con il risparmio a rifondere i soldi spesi dai consiglieri leghisti per i matrimoni dei familiari e per le cartucce da caccia, messe a carico dei contribuenti».

Gabriele Albertini invece promette, in caso di vittoria alle regionali, una riforma della legislazione sui rimborsi che preveda una rendicontazione molto più precisa e dettagliata di ora.

E da tutti la solita recita:«Siamo certi di poter dimostrare di aver utilizzato le risorse a nostra disposizione per attività politica e istituzionale, nella nostra documentazione non si troveranno spese per cartucce da caccia o per banchetti di nozze».

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