Regionali in Liguria, confronto tra i candidati a Genova
Ad una settimana dal voto per le regionali, a Genova si è svolto un incontro pubblico con i candidati alla carica di presidente della Regione, organizzato dal gruppo Percorso di formazione politica della Diocesi, coordinato da don Massimiliano Moretti nella suggestiva piazza San Lorenzo, prospiciente alla cattedrale, alla presenza del nuovo arcivescovo padre Marco Tasca.
Cinque i candidati presenti, Ferruccio Sansa, sostenuto, tra gli altri, da Movimento 5 stelle e Partito Democratico, Davide Visigalli del partito sovranista Riconquistare l’Italia, Fausto Aristide Massardo candidato di Italia Viva, Partito Socialista e Più Europa, Alice Salvatore la quale, candidata alle scorse regionali del Movimento 5 stelle, ne è uscita polemicamente dopo l’accordo con il PD e si presenta per la lista Buonsenso, Gaetano Russo del Popolo della Famiglia. Si è registrata invece l’assenza del governatore uscente Giovanni Toti, ricandidato dal centrodestra.
Durante la presentazione della serata don Massimiliano Moretti ha ricordato le parole di Paolo VI che definiva la politica come una delle più alte forme di carità: «la diocesi di Genova ha a cuore la polis – ha detto il sacerdote – e chiediamo alla politica che si prenda cura dei più deboli».
A condurre la serata Francesca di Palma del settimanale cattolico Il Cittadino. L’incontro si è strutturato su tre domande concernenti la sanità, messa alla dura prova nel periodo della pandemia; il lavoro, che è stato il motore del boom di Genova tra Ottocento e Novecento e che tuttavia negli ultimi trent’anni è entrato in una grave crisi; e la famiglia, tema particolarmente rilevante nella Regione che ha la più alta età media d’Europa.
Il confronto ha avuto tempi serrati, la moderatrice, come da accordi, ha vigilato che gli ospiti non andassero oltre i due minuti a risposta.
Le proposte sulla sanità si sono mosse concordemente a favore del settore pubblico, anche se con accenti molto diversi. I più lontani sono da un lato Visigalli, che ha sostenuto la necessità di un ritorno alla Costituzione, a suo dire inconciliabile con le regole europee, e Massardo che ha voluto mettere in evidenza l’importanza delle risorse del Mes e la possibilità di una armonizzazione tra settore privato e pubblico. Sansa ha manifestato la volontà di riavvicinare la sanità ai cittadini. Per Salvatore la sanità deve essere interamente pubblica perché il privato convenzionato toglie risorse al settore statale. Per Russo occorre risparmiare nella sanità attraverso la prevenzione.
Per quanto riguarda i temi del lavoro e della famiglia, piuttosto convergenti in una regione come Liguria – data l’alta età media e la fuga di molti giovani – gli elementi toccati sono stati diversi. Da Visigalli che – citando L’attesa della povera gente di La Pira – ha voluto sottolineare come «non ci possono essere speciose obiezioni contro la tendenza alla piena occupazione», a Sansa, che ha messo in evidenza la necessità di conciliare lavoro e ambiente. L’industria green, per lui, deve essere la vocazione dell’industria ligure. Per Massardo occorre potenziare la collaborazione con Bruxelles e puntare alle risorse europee attraverso la partecipazione competente ai bandi messi a disposizione. Salvatore ha puntato l’attenzione sulla necessità di una mappatura, da parte della Regione, delle attività imprenditoriali per attivare corsi di formazione dei lavoratori che possano essere davvero utili. Russo ha sostenuto la necessità di operare sulle grandi infrastrutture e sul turismo.
Nell’intervento finale ogni candidato ha avuto la possibilità di condividere il tema che più ha a cuore. Se Russo ha sottolineato l’importanza della sanità, Salvatore ha voluto ribadire come le risorse debbano essere allocate dove c’è bisogno. In questo senso ha citato il caso, per lei paradigmatico, dell’Ospedale Galliera, invitando padre Tasca – che in quanto arcivescovo, come voluto dal testamento della Duchessa di Galliera, è presidente del consiglio di amministrazione – ad una rivisitazione del progetto firmato dal predecessore Angelo Bagnasco, contrapponendolo alla costruzione di un ospedale per la Val Polcevera. Massardo ha posto l’attenzione sui temi dell’Agenda 2030 e della sostenibilità. Ha concluso Sansa appellandosi ai liguri per quella che a suo dire è «la grande occasione per cambiare la regione». «Ci proponiamo una rivoluzione – ha affermato – non contro qualcuno, ma che vuole arruolare tutti i liguri nel nome della cura e di un futuro migliore per i giovani».
Nota finale: all’incontro hanno partecipato anche molti esponenti della rete Genova aperta alla pace che hanno provato anche a portare una domanda sul rispetto della legge 185/90 e dell’ordine del giorno – approvato all’unanimità dal consiglio regionale il 21 maggio 2019 –, con il quale la Regione si è impegnata a sostenere la lotta contro la vendita di armi a Paesi impegnati in conflitti bellici.
Sebbene il tema sia stato messo da parte – per il poco tempo a disposizione e la conseguente necessità di concentrarsi su pochi argomenti – è auspicabile che la Regione faccia proprio il tema della pace, che non è più riservabile a pochi sognatori utopisti. Ne va, infatti, del nostro futuro. Un tema che investe quelli della sostenibilità, dell’ecologia integrale, della sicurezza, del lavoro, della riconversione industriale di cui l’emergenza sanitaria ha dimostrato tutta l’urgenza. Questione politica centrale per chi vuole lasciare un mondo migliore alle prossime generazioni.