Recuperare la fatica della relazione

Dal creare speranza al creare comunità. Scorciatoie e semplificazioni non pagano: l'opinione di Adriano Fabris, docente di filosofia all'Università di Pisa
fabris

"Sperare con l’Italia" per non restare solo un titolo ad effetto richiede investimenti sulle relazioni e sulla comunità. Abbiamo chiesto un parere a Adriano Fabris, docente di filosofia all’Università di Pisa, intervenuto alla tavola rotonda conclusiva di LoppianoLab

 

Ha notato come i giovani abbiano difficoltà a concepire la speranza: se questa, come ha affermato nel suo intervento, nasce dalla relazione, significa che le nuove generazioni hanno perso anche la capacità di creare legami?

«C’è questo rischio, nato dal fatto che le relazioni vengono spesso intese in maniera sbagliata: o le si vede come un processo arbitrario, in cui sono io a scegliere se, quando e con chi mettermi in relazione, oppure in maniera fusionale, identificandomi completamente con l’altro. In entrambi i casi, si perde il senso della realtà per usare una sorta di scorciatoia, illudendosi nel primo di generare da soli la propria speranza, e nel secondo di trovarla nell’altro. Invece la generazione di speranza è un processo comunitario».

 

Ha parlato di comunicazione come creatrice di comunità. Nell’era delle tecnologie che rendono possibile collegarsi a livello globale, abbiamo però assistito ad una crescente frammentazione: siamo andati troppo oltre, pretendendo di “fare comunità” ad un livello troppo vasto per essere sostenibile?

«È possibile, ma credo che la questione sia un’altra. La globalità, per poter raggiungere tutti, richiede una semplificazione: per questo abbiamo confuso la comunicazione vera con la semplice trasmissione di informazioni, illudendoci che tutto fosse riducibile ad una pura operazione meccanica. Questo ci ha fatto perdere la fatica del costruire la relazione, dell’adattarci reciprocamente. La comunicazione a livello globale non va certo demonizzata, ma la si può fare in tanti modi diversi: occorre recuperare la responsabilità, l’impegno e la motivazione che questa richiede».

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