Reciprocità nel matrimonio

A proposito dell’articolo “Sposati e sii sottomessa” di Aurelio Molè apparso sul n.7/2011.
famiglia

Complementarietà

«Non ho letto il libro, ma sono stata molto spaventata dall’“antifona”. Tempo fa esultai quando il papa, in un’udienza, affermò che le frasi di san Paolo in cui si invitano le donne all’obbedienza, oggi vanno intese come un richiamo alla sottomissione reciproca fra gli sposi. «Ammetto che, al di là dei pesanti condizionamenti e delle grosse ingiustizie da millenni perpetuati verso le donne, esistono uno “specifico maschile” e uno “specifico femminile” che generano la famosa complementarietà. Condivido con l’autrice l’invito al servizio e all’impegno. Quest’ultimo richiamo è particolarmente importante in un’epoca in cui molti rifiutano il matrimonio, anche civile. Mi auguro di cuore che l’autrice, per colpire l’attenzione, sia ricorsa al paradosso semitico, come l’evangelico “odiare il padre e la madre”».

Anna Maria De Guidi Gambassi

 

Inferiorità?

«Costanza Miriano, pur evidenziando correttamente il sublime valore del matrimonio religioso, secondo me, ha scelto impropriamente il titolo del proprio libro.

«Il Signore non permette che nessun essere umano sia “sottomesso” agli altri: questo termine mette in dubbio il riconoscimento del rispetto per la dignità di ogni essere umano.

«La “disponibilità, l’accoglienza, il sostegno” il prossimo nulla hanno a che vedere con il sentimento della sottomissione, che implica un giudizio morale tendente al riconoscimento dell’inferiorità di un essere umano rispetto ad un altro. E questo non è, certo, nello spirito del Vangelo».

Adriana Puccio

 

L’amore può essere soltanto reciproco, l’amore unidirezionale, a senso unico e non ricambiato, non è pienamente amore. Ma il segreto per giungervi, paradossalmente, sta in quell’«amare per primi» suggerito da Chiara Lubich, senza aspettarsi nulla in cambio. Ad ogni coppia novella un amico, Salvatore Iurato, osava suggerire il segreto di un buon matrimonio: «Fai in modo che tutto dipenda da te». E lo diceva ad ognuno, separatamente. E se poi tutto ciò non genera reciproco amore e sottomissione reciproca forse non saremo neanche in presenza di un matrimonio veramente realizzato. Confesso che anch’io ero rimasto perplesso dal titolo della Miriano, anche se il libro bisogna leggerlo per intero per capirne il significato. Poi, leggendolo e conoscendo bene l’autrice, mi sono convinto della positività della pubblicazione del libro e sulla benefica influenza che esso ha. (a.m.)

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