Real nella storia con 13 Champions
L’immagine finale è sempre la stessa: un refrain che ormai si ripete da tre stagioni di fila, quattro nell’ultimo quinquennio. Capitan Sergio Ramos, attorniato dai compagni di squadra festanti, alza al cielo la coppa dalle grandi orecchie, vero e proprio desiderio irrealizzato di tanti top club europei. L’egemonia blanca, infatti, è di quelle che faranno epoca: come Di Stefano, Gento e Puskas negli anni ’50, i ragazzi guidati da Zidane stanno marchiando a fuoco un pezzo di storia calcistica, macinando record su record. Il tredicesimo trionfo è arrivato sabato scorso, contro una squadra che rappresenta l’alta nobiltà calcistica europea: è toccato al Liverpool, cinque volte detentore del trofeo, inchinarsi di fronte a un vero e proprio strapotere.
Salah e Carvajal fanno crack
Gli inglesi, guidati da un marpione come Jurgen Klopp, hanno provato a sfuggire all’ineluttabilità delle ultime finali sfoggiando un gran pressing, accompagnato da un atteggiamento aggressivo. Il Real probabilmente si attendeva l’inizio gagliardo di Henderson e compagni e, per questo, si è approcciato alla gara in maniera compatta e prudente. Il primo guizzo arriva poco dopo il 20’, quando Alexander Arnold impegna Navas, dopo una prima girata di Firmino ribattuta dalla difesa. La furia dei reds, però, viene parzialmente frenata dal brutto infortunio a Salah: l’egiziano, dopo un corpo a corpo con Ramos, cade male ed è costretto a lasciare il campo per un infortunio alla spalla. A pagare la fisicità di questo inizio di match è anche Carvajal, vittima di uno stiramento che potrebbe addirittura compromettere la sua partecipazione ai Mondiali di Russia. La prima frazione si chiude con la rete annullata a Benzema, in posizione di fuorigioco dopo la ribattuta di Karius su colpo di testa di Ronaldo.
Karius, due frittate decisive
Il portiere del Liverpool, ben disimpegnatosi nei primi 45’, combina invece due patatrac che, di fatto, indirizzano la gara in favore dei madridisti. Il Real si approccia meglio alla gara, timbrando con Isco una traversa dopo un delizioso pallonetto. È il preludio al vantaggio che, però, arriva in maniera quasi comica: al sesto minuto Karius, con palla in mano, non si accorge della presenza di Benzema e rinvia il pallone con le mani proprio sulla gamba del francese che, probabilmente, segna la rete più facile della sua carriera. Il portierone tedesco si mette le mani nei capelli, sconsolato: ci pensano i compagni di squadra a raddrizzare la situazione 4’ dopo grazie a Mané, bravo ad avventarsi in area su un colpo di testa di Lovren con palla proveniente da calcio d’angolo.
I rossi di Liverpool non mollano: la presenza di Lallana al posto dell’infortunato Salah rende la manovra meno imprevedibile, dando però maggior solidità e copertura. La grinta dei ragazzi di Klopp, però, non può nulla contro quello che è annoverabile tra i gol più belli della storia della competizione. Al 19’ della ripresa Bale, entrato da qualche minuto, spedisce il pallone all’angolino alla destra di Karius con una splendida rovesciata, imprimendo al calcio d’angolo calciato da Marcelo una traiettoria imprendibile. Una rete da cineteca che sposta ancora una volta gli equilibri. Il Liverpool non ci sta e attacca, cozzando anche contro la sfortuna. Le speranze dei reds si incrinano sul palo di Sadio Mané, naufragando poi in maniera completa sul secondo, decisivo errore di Karius all’83’: la conclusione di Bale è forte ma centrale, l’intervento dell’estremo difensore, scomposto, non fa altro che accompagnare la palla in rete certificando il trionfo delle merengues.
Cristiano Ronaldo: messaggio d’addio?
«È stato molto bello giocare a Madrid. Nei prossimi giorni chiarirò il mio futuro ai tifosi che sono sempre stati al mio fianco. Godiamoci il momento, il nostro futuro adesso non è importante». A far rumore, dopo l’ennesimo trionfo, sono le dichiarazioni di Cristiano Ronaldo che, così facendo, apre molte prospettive in merito al suo avvenire calcistico. A far ancora più rumore, però, sono le parole di un affranto Karius che il giorno dopo, sul suo profilo Twitter, chiarisce il suo stato d’animo: «Non sono ancora riuscito ad addormentarmi: quelle immagini continuano a passare nella mia testa, sono infinitamente dispiaciuto per i miei compagni di squadra, per voi tifosi e per tutto lo staff. Vorrei tornare indietro, ma non è possibile: grazie ai nostri incredibili tifosi, torneremo più forti di prima». La storia del Real Madrid, fatta di grandi vittorie ma anche di sconfitte cocenti e lunghissimi periodi senza trionfi europei, ci spiega come sia sempre possibile rialzarsi: ko del genere, alle volte, insegnano più di mille successi.