Re-open EU: come muoversi in Europa col Covid 19

L’Unione europea ha lanciato una nuova piattaforma web, "Re-open EU", per aiutare a pianificare viaggi tra i Paesi europei, per lavoro e per vacanza, nei prossimi mesi
Europa AP Photo/Joan Mateu

Gli Stati membri dell’Unione europea (UE), stanno riaprendo confini e riattivando servizi pubblici di ogni sorta, per cui si può tornare a viaggiare tra i Paesi europei per svago o per lavoro.

Per questo la Commissione europea ha lanciato Re-open EU, una piattaforma web che fornisce informazioni in tempo reale sull’apertura delle frontiere, sui mezzi di trasporto e sui servizi turistici disponibili negli Stati membri, con lo scopo di favorire la ripresa sicura dei viaggi e del turismo in Europa.

La piattaforma Re-open EU includerà anche informazioni pratiche fornite dagli Stati membri sulle restrizioni di viaggio, sulle misure di sicurezza e salute pubblica, tra cui il distanziamento sociale o l’uso della mascherina e altre informazioni utili sull’offerta turistica a livello nazionale ed europeo.

La piattaforma, disponibile anche in una versione mobile, è alquanto intuitiva: è possibile scegliere il Paese per nome o sulla carta geografica interattiva, cliccare su una serie di domande o disegni intuitivi e trovare tante le indicazioni utili. Ciò consente di prendere decisioni responsabili e consapevoli su come gestire i rischi residui connessi al coronavirus nel pianificare vacanze e viaggi, quest’estate e in seguito. Per agevolare la consultazione le informazioni saranno aggiornate di frequente e disponibili in 24 lingue.

Inoltre, la piattaforma contiene informazioni sui sistemi dei buoni di sostegno, che consentono ai consumatori di dimostrare fedeltà al loro hotel o ristoranti preferiti acquistando buoni per futuri soggiorni o pasti dopo la riapertura, in modo da aiutare il settore alberghiero europeo a ripartire man mano che le restrizioni vengono revocate e le frontiere riaperte.

I buoni di sostegno aiuteranno le imprese a superare i problemi di liquidità incassando per servizi che verranno forniti in un secondo momento. L’importo pagato dal cliente va direttamente al prestatore di servizi. Con la creazione della pagina dedicata a questo servizio la Commissione europea intende contribuire a collegare meglio le imprese partecipanti e i clienti interessati, in particolare quando viaggiano all’estero.

Secondo Thierry Breton, commissario per il Mercato interno, «dopo settimane di confinamento, le frontiere interne dell’UE stanno riaprendo. Il sito web Re-open EU offrirà ai viaggiatori un facile accesso alle informazioni necessarie per programmare gli spostamenti con fiducia e non correre rischi durante il viaggio. Ciò aiuterà anche i piccoli ristoratori e proprietari di alberghi e le città di tutta Europa a trarre ispirazione dalle soluzioni innovative sviluppate da altri».

Mariya Gabriel, commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani, nonché responsabile del Centro comune di ricerca (JRC) che ha sviluppato la piattaforma, riconosce che «il vasto e ricco patrimonio culturale dell’Europa è uno dei nostri principali punti di forza. Tuttavia, l’impossibilità di viaggiare e la chiusura della maggior parte dei luoghi d’interesse in questi ultimi mesi sono state un duro colpo per la cultura e il turismo. La piattaforma Re-open EU offre informazioni aggiornate ed essenziali per consentirci di ricominciare a esplorare l’Europa in modo sicuro».

Ovviamente, viaggiare interessa anche i tanti lavoratori espatriati in giro per l’Europa. Prima della crisi del Covid-19, la Commissione europea aveva pubblicato l’edizione 2019 della relazione annuale sulla mobilità intra-UE dei lavoratori, nella quale si evidenziava l’incremento della mobilità intra-UE dei lavoratori.

Secondo i dati a disposizione, nel 2018 i cittadini dell’UE a 28 (compresa quindi la Gran Bretagna) trasferitisi all’estero erano 17,6 milioni, di cui 12,9 milioni in età lavorativa (20-64 anni). La percentuale di questi ultimi è aumentata del 3,4% rispetto al 2017, a un ritmo più lento degli anni precedenti. Ciò significa che il 4,2% della popolazione totale dell’UE in età lavorativa vive in uno Stato membro diverso da quello di origine.

I cinque Paesi con il maggior numero di partenze di persone in età lavorativa rispetto alla popolazione totale sono la Lituania, la Romania, la Croazia, la Lettonia e l’Estonia. Nel 2018 circa la metà di tutte le persone dell’UE trasferitesi risiedeva in Germania o nel Regno Unito, e un ulteriore quarto in Spagna, Italia o Francia.

Secondo la relazione, i periodi di mobilità si stanno accorciando e il 50% delle persone resta nello Stato membro ospitante per un periodo che va da uno a quattro anni. È necessario, nel prossimo futuro, valutare l’impatto che il Covid-19 potrebbe avere sulla mobilità dei lavoratori, probabilmente con un decremento o, senz’altro, una riduzione nella frequenza degli spostamenti per lavoro e dei viaggi che molti compivano nei weekend per tornare al paese d’origine.

Anche la mobilità di ritorno è aumentata: ogni quattro persone che lasciano uno Stato membro, tre vi fanno ritorno. La pubblicazione della relazione sulla mobilità dei lavoratori coincide con il 25° anniversario della rete europea per la mobilità professionale (EURES).

La rete EURES è composta da 1.000 consulenti che offrono sostegno personalizzato sia ai datori di lavoro sia a coloro che cercano un lavoro, anche grazie al portale web EURES, dove è possibile caricare curricula e accedere a opportunità lavorative e informazioni.

 

 

 

 

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