Raso, velluto e vigogna
Sade, Soldier of Love
Intorno alla metà degli anni di panna, Helen Folasade Adu, in arte semplicemente Sade, era una delle stelle del nuovo pop britannico. Il suo stile così elegantemente retrò, le atmosfere sofisticate, in sapiente equilibrio tra pop e cool-jazz l’elessero regina prediletta delle notti yuppy dell’epoca. Il punto è che la splendida anglo-nigeriana non aveva nulla a che spartire col rampantismo sfrenato dei suoi aficionados, né tantomeno con le frenesie del business discografico.
Così preferì diradare sempre più i dischi e i concerti, fino a ritirarsi nella quiete di una casetta sprofondata nella campagna britannica. Basti dire che in venticinque anni di carriera ha inciso la miseria di sei album: «Faccio dischi soltanto quando sento di avere qualcosa da dire», ha dichiarato candidamente qualche tempo fa. «Non mi interessa fare musica solo per vendere qualcosa. Sade non è una marca». Parole anomale per lo star-system, soprattutto in bocca a una stella capace di vendere comunque 50 milioni di copie. Ma la signora è anomala in tutto: «Non sono una che ha bisogno di tanti soldi. Potrebbero entrarmi in casa e andarsene dopo mezz’ora senza trovare niente da rubare».
Il nuovissimo Soldier of love, pubblicato a ben dieci anni dal suo precedente lavoro di studio, ce la restituisce in gran forma. L’età (cinquantun anni, ma non si direbbe…) non solo non ha scalfito lo charme primigenio, ma ha anzi regalato alla sua voce un’inedita profondità espressiva. Le nuove canzoni hanno lo stesso calore e l’intimità di quelle dei suoi esordi (nell’84 il suo Diamond Life, fece gridare al miracolo la critica di mezzo mondo), con in più qualche spezia etnica che dà colore alla trama.
Registrato a due passi da casa sua negli studi Real World di Peter Gabriel, Soldier of love è un disco di raso e velluto, ma con un’anima di rustica vigogna, lana finissima e pregiata: degno ritorno per un’artista capace di coniugare classe e sentimento senza mai ricorrere ai sensazionalismi del glamour d’alta classifica.