Il rapporto madre-figlio
La figura più importante per ogni bambino sulla faccia della terra è la madre. Ma chi è la madre? Cosa rappresenta per il bambino? La madre rappresenta la sicurezza, la vita, l’amore, l’attenzione esclusiva, la fonte di ogni bene.
È stato osservato a lungo il rapporto fra la madre e il bambino nel primo anno di vita, in quanto si riteneva, giustamente, che rappresentasse il prototipo di ogni relazione futura. È stato John Bowlby (1907-1990) a studiare le varie tipologie di questa prima diade materna, partendo dal presupposto che una madre buona e positiva favorirà nel bambino sentimenti di sicurezza e voglia di vivere; viceversa, una madre ansiosa e insicura favorirà l’emergere di sentimenti di ansia e depressione. Chiediamoci: cosa significa una madre serena? E una madre ansiosa? Osserviamo cosa succede con i neonati.
Di solito, quando il bambino piange, la madre interviene e dolcemente cerca di accudirlo, pulirlo, nutrirlo, insomma di calmarlo nel pianto.
Quando invece il bambino è tranquillo, lo vezzeggia, lo coccola, manifestando gioia e felicità. In termini psichici significa che ogni buona madre compie un’operazione fondamentale per la crescita armonica, e cioè prende l’ansia del bambino su di sé e restituisce calma, positività, tranquillità. Questa esperienza è la base dell’amore e della fiducia. Il bambino, grazie a queste cure, restituisce fiducia, sentendosi accolto e protetto, manifestando inconsciamente la gioia di vivere. Questa esperienza è a fondamento di tutte le altre. Averla sperimentata in modo sufficientemente strutturato sarà fonte di vitalità e di voglia di crescere.
Ciò testimonia che l’amore non è solo un sentimento romantico, ma l’esperienza ontologica profonda di una persona (di solito la madre) che ha preso su di sé la nostra sofferenza, restituendoci in cambio, fiducia e attenzione. Perfino gli studi più recenti sui neuroni specchio dimostrano che l’esperienza d’amore positiva favorisce una maggior produzione di serotonina strutturando una percezione di sé ottimista e positiva.
Al contrario le madri insicure, tese, con carenze affettive profonde, strutturano o un’attenzione morbosa (sintomo di simbiosi eccessiva) o una trascuratezza patologica, determinando nel bambino una immagine di sé svalutativa e a volte depressiva.
È stato Winnicott a adoperare l’espressione “attenzione materna primaria” per indicare la cura specifica della madre, il nutrimento psichico per il bambino.
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