Rapporto immigrazione, i dati in Italia
Non si tratta solo di migranti è il titolo della 105° Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Nel suo messaggio il papa allarga l’orizzonte, apre lo sguardo verso tutti gli abitanti delle periferie esistenziali. «Prima gli ultimi» è il suo motto proprio perché mette al centro la persona, sia essa un migrante, un povero, un disagiato, italiano o straniero. Lo sguardo è unico. Non fa differenze di nazionalità, religione, cultura. Ognuno va accolto, protetto, promosso e integrato. La scelta è sempre la stessa come disse Francesco in Romania a Blaj: «C’è la civiltà dell’amore e c’è quella dell’odio». C’è l’accoglienza e c’è lo scarto. Ne va del bene comune di tutta la società che cresce e si eleva partendo dai più deboli, dall’abitare le periferie delle città.
Stessa logica sottende il 28° Rapporto immigrazione realizzato da Caritas e Migrantes nel fornire più spazio alla società italiana, pur con il consueto sguardo specifico rivolto all’immigrazione.
Non è un caso che il tema dell’immigrazione è il cavallo di battaglia delle campagne elettorali e uno dei maggiori catalizzatori di consenso. Si potrebbe parlare di “scafisti elettorali”. Politici, non solo in Italia, che cavalcano ad arte le nostre pur giuste paure. «Il timore è legittimo» – spiegava il papa – il 15 febbraio a Sacrofano «ma rinunciare ad un incontro non è umano».
Le migrazioni sono fenomeni strutturali ed epocali, estremamente complessi da comprendere e governare, ma – è il racconto di molti soccorritori – tutto cambia con l’incontro, con il prendere nelle braccia un bambino, aiutare una donna incinta, incrociare il respiro di un uomo in affanno. Il nuovo umanesimo nasce da un incontro non dalla sterile ripetizione di slogan e di numeri per sua natura ingannevoli e aperti alle molteplici letture.
Alcuni dei dati del 28° Rapporto immigrazione raccontano che, in Italia, «durante la campagna elettorale delle elezioni politiche 2018 si sono registrati 787 commenti e dichiarazioni di incitamento all’odio, il 91% delle quali ha avuto come oggetto i migranti». La retorica anti-migranti, attira consensi, crea una mentalità negativa e non serve per capire e risolvere il problema da affrontare in modo corale con tutta l’Europa. I due decreti sicurezza varati dal precedente governo – si legge nell’introduzione – hanno introdotto “modifiche restrittive”, suggerito “indebite semplificazioni”, e aggravato “la precarizzazione dei diritti delle persone, offrendo la sponda ad atteggiamenti di intolleranza rispetto alla presenza dei cittadini stranieri in Italia”.
Gli stessi arrivi in Italia sono sì stati respinti con la politica dei porti chiusi, ma la stragrande maggioranza dei più di 7 mila migranti del 2019 sono approdati in Italia con i “barchini”. Migliaia di persone non registrate nei porti che si dileguano dopo gli “sbarchi fantasma” e aumentano il senso di insicurezza nel territorio. Chi sono? Dove vanno? Si dileguano senza lasciare tracce. E i dati di concessione dei visti confermano che il 70% degli ingressi avviene attraverso visti turistici, ormai canali principali di accesso di regolari e irregolari.
Tornando ai numeri, che potete leggere per intero nella Sintesi allegata del Rapporto immigrazione, è vero sì che l’Italia è il terzo Paese d’Europa, dopo Germania e Regno Unito, per cittadini stranieri regolarmente residenti, ma su 5.255.503, l’8,7% della popolazione italiana, più di 1,2 milioni sono rumeni, un Paese comunitario. E in totale la metà sono europei, compresi i Paesi non comunitari. In rapporto, poi, al numero degli abitanti molti altri Stati ci sorpassano dalla Svezia fino a Malta.
La paura di perdere l’identità religiosa è smentita anche dai numeri. I cittadini stranieri musulmani sono più di 1,5 milioni, ma i cristiani sono e 2 milioni e 815 mila. Aumentano gli stranieri atei o agnostici, stimati in più di mezzo milione.
Anche tra gli stranieri diminuiscono le nascite, ma il contributo al saldo demografico è ancora positivo per un Belpaese che ha perso in 4 anni 677 mila italiani. Le nuove acquisizioni di cittadinanza sono 638 mila e gli alunni stranieri sono il 9,7% della popolazione scolastica con il 63% di alunni con cittadinanza non italiana, ma nati in Italia.