Rapporti commerciali in crescita tra Cina e America Latina

In questo inizio di secolo lo scambio commerciale tra la Cina e i Paesi dell'America Latina è passato da 12 a 250 miliardi di dollari, moltiplicandosi per 21. È recente la decisione del Partito comunista cinese di aprire ulteriormente la sua economia alle idee di mercato. La regione latinoamericana sarà una delle priorità
Soldato cinese vicino alla bandiera

La via marittima della seta che arriva in Cina parte dall’America. La storica immagine è stata evocata da Wang Quimin, vicepresidente della Conferenza consultiva del popolo cinese, per manifestare la volontà del governo del Paese asiatico di incentivare ulteriormente il commercio con l’America Latina e con i Caraibi, nel corso del VII Summit imprenditoriale Cina, America Latina e Caraibi, svoltosi la settimana scorsa in Costa Rica.

L’appuntamento, che questa volta ha riunito più di 800 imprenditori oltre che autorità dei differenti Paesi della regione, si svolge annualmente in Cina o nel continente americano, alternativamente. Questa volta a fare da anfitrione è stata la Costa Rica, che il governo cinese, nonostante abbia istituito da pochi anni relazioni diplomatiche, ha scelto come base per lo sviluppo dei numerosi progetti nella regione centroamericana. «Il potenziale del nostro commercio risiede nel suo ampliamento e nell’apertura», ha affermato Wang nel suo intervento, con alle spalle la decisione recente del Partito comunista cinese di aprire ulteriormente l’economia nazionale alle idee di mercato, privilegiando, tra l’altro, il rapporto con l’America Latina e facendo leva sull'imprenditoria privata.

Tra il 2000 e il 2012, il commercio tra la Cina e la regione latinoamericana e caraibica si è moltiplicato per 21, passando dagli inziali 12 miliardi di dollari agli attuali 250 miliardi di dollari di fatturato annuale, cosa che lo pone come il secondo socio dopo gli Stati Uniti. Esiste una trama di rapporti predefiniti con numerosi Paesi e ci sono tre trattati di libero commercio siglati con Costa Rica, Perù e Cile. La Cina è anche osservatore presso l’Organizzazione degli Stati americani ed è presente nella Banca interamericana di sviluppo (Bid, in base alla sigla in lingua spagnola), della quale è socio donante da cinque anni, con un contributo iniziale di 350 milioni di dollari.

«Nell’attuale congiuntura internazionale, la Cina è un'opzione molto valida, si tratta di un rapporto ancora giovane, ma con un notevole potenziale», ha sottolineato Anabel Gonzalez, ministro costaricano per il Commercio estero. Il ministro ha così alluso all’attuale freno che registra il commercio con Stati Uniti ed Europa, a motivo della difficile crisi economica del Vecchio continente. Da parte sua,Wang ha sottolineato «che le aziende dovranno aggiornare lentamente la loro catena produttiva, approfittare di nuovi mercati e migliorare il valore aggiunto dei loro prodotti attraverso maggiori investimenti. Cina ed America devono perseverare nel principio di apertura». Il Paese orientale sta manifestando interesse per i settori delle telecomunicazioni, del trasporto aereo e marittimo e per quello delle energie idrauliche.

La crescita del commercio della regione latinoamericana con la Cina, insieme all’altro partner asiatico, l’India, è uno dei fattori chiave per la crescita economica della regione, che ultimamente ha subìto appena qualche rallentamento, ma che in genere oscilla in media intorno al 4-5 per cento annuale, con punte maggiori fino al 6-8 per cento. Il segreto risiede nella capacità delle economie orientali di stabilire rapporti paritari, senza la tradizionale obbligazione fissata, ad esempio, dalle potenze occidentali di acquistare prodotti ad alto valore aggiunto in cambio delle materie prime di cui è ricca l’America Latina.

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