Rain man, dal film alla scena

I due fratelli interpretati al cinema da Hoffman e Cruise calcano il palcoscenico interpretati da Luca Bastianello e Luca Lazzareschi. Musiche e proiezioni della pellicola originale fanno da scenografia alla coraggiosa rivisitazione di Saverio Marconi
Interpreti di Rain Man

Il film è del 1988. Tutti lo ricordiamo: un road movie interpretato da Dustin Hoffman e Tom Cruise. Vinse anche quattro premi Oscar: miglior film, miglior interprete principale, miglior sceneggiatura originale e miglior regia. Portarlo in scena non era operazione semplice. Ma l’impresa è riuscita, grazie alla sapiente mano di Saverio Marconi, artefice della Compagnia della Rancia specializzata in musical di grande successo. È sicuramente merito della sua supervisione (associata alla regia di Gabriela Eleonori) se lo spettacolo regge la prova di chiudere nello spazio ristretto del palcoscenico la vicenda dei due fratelli.

La storia è quella di Charlie e Raymond Babbitt: il più giovane, un cinico traffichino di pochi scrupoli commerciante di auto sportive; il secondo invece, personaggio realmente esistito, malato di autismo – patologia che rende ardua la possibilità di comunicare, e impedisce l'autosufficienza – e con una grande passione per la matematica che lo fa essere un genio (tra le sue strabilianti capacità c’è quella di memorizzare l’opera omnia di Shakespeare o i prefissi telefonici di tutti gli Stati Uniti). Proprio lui, che Charlie non ha mai conosciuto, alla morte del loro padre eredita tutto, e l’altro fratello solo allora si prende la briga di doversene occupare. Inizialmente solo per interesse, cercando di diventare suo tutore legale, così da poter mettere le mani su una fetta dell’ingente patrimonio, con la scusa di avere l'affido.  Sarà durante un viaggio pieno di imprevisti verso Los Angeles che i due si riavvicineranno. Charlie avrà modo di scoprire Raymond e di capire infine il valore della diversità: riporterà il fratello in clinica – da dove lo aveva portato via come un tentativo di rapimento –, rinunciando al denaro e scoprendo il significato dell’amore incondizionato.

Testo dei buoni sentimenti, politicamente corretto, divertente e commovente, ha il “merito” di raccontare e farci conoscere, con mano leggera, l’autismo, di avvicinarci ad un mondo sconosciuto a quasi tutti noi. La messinscena ha ritmo, grazie, oltre che alle musiche originali del film, anche alla funzionale scenografia che si avvale di proiezioni di ambienti sulle scorrevoli sezioni rettangolari che salgono e scendono delimitando e aprendo a spazi interni ed esterni.

E scorre veloce, avvincendoci, l’evolversi della trasformazione del rapporto tra i due protagonisti e dell’antipatico yuppie in un fratello dolce e premuroso. Ed è impressionante la somiglianza – e la bravura – di Luca Bastianello, nel ruolo di Charlie, con Tom Cruise sia fisicamente che nella voce (almeno quella del doppiatore italiano con la quale lo conosciamo), ma senza volerlo imitare; per non dire di Luca Lazzareschi, perfetto con la drammaticità, accennata e mai complessa, della malattia espressa con gesti minuti, trattenuti, o esplosivi nei momenti delle crisi, e con gli sguardi. Accanto a loro Valeria Monetti, Beppe Chierici, Gian Paolo ValentinieIrene Valota.

Al Teatro Quirino di Roma e in tournèe, fra cui nelle città di: Torino (Teatro Alfieri) dal 15 al 20/1, Bari, Rimini, Pistoia, Imola, Rovereto, Bologna, Trieste.

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