Rai Educational
Raitre, ore 8.05. Al mattino si corre, si scappa. Mentre la caffettiera sbuffa, le cose da fare sono tante. C’è da vestire i bambini, infilarsi in macchina e imbottigliarsi nel traffico. Una corsa contro il tempo per evitare il rimbrotto del preside della scuola e la strigliata del capoufficio. Tra le 8 e le 8.30, ogni secondo è prezioso, impossibile mettersi in poltrona e seguire un reportage di un’ora. Ma tutte le mattine la tentazione è forte. Chi lo ha provato lo sa. Dopo le notizie di Rainews24, bisogna farsi violenza per spegnere la tv e correre al lavoro. A quell’ora su Raitre, ad aver tempo, ti si apre un mondo. Tutti i giorni vanno in onda le inchieste, i documentari, le interviste di Rai Educational. A dirigere la rete c’è Giovanni Minoli, che spesso in prima persona dipana in studio il filo del racconto. Cercando di assecondare l’attualità, ripropone anche qualche intervista cult del mitico Mixer, che a decenni di distanza resta ancora un modello di giornalismo tv. I temi sono i più vari. Una volta si parla del processo di Norimberga ai nazisti, l’altra si racconta il mondo del calcio giovanile. Un giorno viene presentato il profilo di un personaggio della storia con filmati d’epoca, il successivo ad andare in onda è una ricostruzione di un fatto di cronaca con interviste esclusive. Talvolta si tratta di materiali acquistati dalle principali tv mondiali, più spesso sono produzioni Rai. Sono filmati di ottima fattura che hanno tutti un identico stile: grande cura per le immagini, montaggio serrato, uso parco della retorica nei testi, lavoro approfondito sulle fonti. Tutto questo aumenta la frustrazione dello spettatore che ogni mattina, dopo i primi minuti, visto l’orario, è costretto a spegnere l’apparecchio tv e a seguire gli appuntamenti della giornata. Spesso con il rammarico di aver perso qualcosa che valeva la pena di guardare. È il paradosso dei palinsesti Rai. Nulla come La storia siamo noi e il resto delle produzioni di Rai Educational giustifica il pagamento del canone e illustra bene cosa significhi servizio pubblico. Chi può ritrova questi contenuti sul satellite. Per tutti gli altri, la collocazione all’ora della campanella a scuola, fa di questi prodotti audiovisivi una chicca per pochi, invisibili ai più.