Raffaello restaurato

Terminata il 6 gennaio, la pulitura della Stanza di Eliodoro ha riportato alla luce alcuni splendidi capolavori, tra i quali spicca per intensità la Liberazione di san Pietro, vertice assoluto dell'arte del Sanzio
Liberazione di san Pietro

Non ne hanno dato eccessiva notizia, purtroppo, i media. Ma la conclusione della pulitura leggera e restauro di alcune parti della Stanza di Eliodoro in Vaticano, nelle Stanze di Raffaello, è una notizia di prim’ordine. Con prudenza e riservatezza l’appartamento di Giulio II in questi ultimi anni è stato ripulito e restaurato. I colori del Sanzio, brillanti, sono riemersi con una luce chiara, razionale, che affascina. La gente passava e vedeva solo le pareti coperte dalle impalcature, ma non immaginava forse la fatica e il lavoro che si svolgevano dietro a queste.

La stanza è stata voluta da Giulio II per raccontare e lodare Dio nei suoi interventi nella Chiesa. La cacciata di Eliodoro dal tempio (i Francesi dall’Italia), la liberazione di san Pietro dal carcere (la fine di un possibile scisma), il miracolo di Bolsena (la presenza di Dio), Leone che ferma Attila (la potenza del carisma petrino) sono stati resi da Raffaello con uno splendore cromatico e luministico, una serie di ritratti affascinanti dal vivo (dal papa in preghiera o in sedia gestatoria, agli svizzeri, al corteo papale), di vedute straordinarie (Roma e i  l Colosseo), di interni mirabili (la messa sotto una volta marmorea) che stupisce per la precisione e la naturalezza.

Vertice assoluto nell’intera storia dell’arte è la Liberazione di san Pietro: il notturno che, sulla scia di Piero della Francesca, ma spingendosi assai più avanti di lui, già prima di Caravaggio e di Goya, crea il primo vero brano di notte nella storia dei dipinti. La luna dell’estate afosa cha già prelude a tramontare su Roma, mentre l’alba è vicina, crea un brano indimenticabile, come il fascio di luce dell’angelo che libera il santo, visto attraverso le inferriate della prigione: nero su luce, scuro su bianco, il bene sul male. La luce brilla sulle armature dei soldati con effetti “impressionisti” ma anche anticipatori di Rembrandt e di Goya.

Regna sovrana una pace infinita che si distende sul dramma e ne stempera il timore. Raffaello rende benissimo il sogno di Pietro sbigottito che avanza nella luce dell’angelo. Basta un brano come questo per  comprendere le altezze  dell’arte del Sanzio. Ora vale davvero la pena guardare con altri occhi le Stanze di Raffaello.

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