Radicati nella Trinità

Vivere nel mondo senza essere del mondo. Contemplazione di Dio che “trinitizza” prima di tutto la relazione tra il maschile e il femminile.

Nell’immaginario collettivo la figura di Giorgio La Pira spicca per la sua singolare e rigorosa solitudine. Un mistico e profeta prestato alla politica che apre sentieri inesplorati e impervi. La raccolta, di recente pubblicata, di una significativa porzione dell’epistolario intercorso tra il professore e Fioretta Mazzei (Edizioni Polistampa, 2018) testimonia invece che La Pira non è né un solitario né un’eccezione.
Certo, il segreto della sua testimonianza è l’immersione nell’abisso di Dio. Ma come partecipazione alla comunione dei santi. «Radicati – al plurale – nella Trinità», titola appunto la raccolta. La “consuetudine”, la “conversatio in Caelis” – come La Pira la definisce – tra lui e Fioretta è esperienza di questa comunione che abbraccia Cielo e terra, Dio e la storia.
Non è cosa nuova, nella storia cristiana, un simile connubio: san Benedetto e santa Scolastica, san Francesco e santa Chiara, san Francesco di Sales e santa Giovanna di Chantal… A riprova che la fecondità spirituale e apostolica della fede s’esprime, in forma privilegiata, nel sodalizio tra il maschile e il femminile. Ma nel caso di Giorgio La Pira e Fioretta Mazzei c’è del nuovo.
Innanzitutto per il fatto che questa consuetudine è vissuta come condivisione di una missione da vivere nel mondo e per il mondo. Il santo rovello di La Pira è infatti: come vivere nella dimora della Trinità in cui l’Eucaristia ci rapisce, vivendo nel mondo senza essere del mondo per offrirgli la gioia della salvezza? Ed ecco la risposta: ciò è praticabile condividendo la grazia dell’unione con Dio, comunicandosene i frutti e le fatiche, le gioie e i dolori. Cosa che La Pira sperimenta appunto nel rapporto con Fioretta Mazzei.
C’è poi un altro carattere di novità, che non dico fosse assente in analoghe esperienze, ma che assume rilievo più specifico: l’amicizia. Essa è elevata da Gesù a espressione del rapporto d’amore tra Lui e i discepoli: che è certo innanzitutto di agápe, dedizione gratuita ed eccedente, ma al fine di stabilire una corrente di reciprocità, l’amicizia appunto, del Signore e Maestro con i discepoli e dei discepoli l’uno con l’altro. L’apostolo Giovanni, e al pari di lui – non dimentichiamolo! – Maria Maddalena, attestano la bellezza di questo dono. Tanto che, nel quarto vangelo, il racconto che descrive il primo incontro col Signore risorto è quello che ha per protagonista proprio lei, la Maddalena.
Ebbene, nel rapporto tra La Pira e la Mazzei c’è qualcosa di questo. Che cos’è infatti, in definitiva, l’amicizia in Cristo di queste due anime? Vivere – scrive La Pira – come «cellula viva» del Mistico Corpo di Cristo che sempre altre, a partire dai più poveri ed emarginati, ne aggrega.
E infine c’è del nuovo, in questa consuetudine, perché vi si respira il soffio di ciò che è ultimo in ciò che è penultimo, del Cielo sulla terra. Quello che La Pira e la Mazzei sperimentano è un rapporto, vissuto in Dio, in cui l’uomo e la donna sono già come “angeli nel cielo”, secondo la promessa di Gesù (cfr. Mc 12, 25). Lì, in Dio, il maschile e il femminile non sono dimessi, ma esprimono e realizzano – nella reciprocità – il disegno di bellezza, gioia e fecondità che sono chiamati a incarnare. Nell’integralità del loro essere: fatto di anima e di corpo, d’intelligenza e affetto, di desiderio e di comunicazione. La fede cristiana parla di risurrezione della carne. E afferma che, in Cielo, con Gesù risorto c’è già Maria.
Cristo – come ama ripetere papa Francesco – non ha redento solo il singolo, ma anche la relazione sociale. Non può sfuggire, dunque, quanto sia attuale la testimonianza di questa consuetudine amicale tra La Pira e Fioretta Mazzei. In queste pagine si respira il profumo di quella figura nuova di spiritualità che è la “grande attrattiva” – per dirla con Chiara Lubich – del nostro tempo: contemplazione di Dio che “trinitizza” prima di tutto la relazione tra il maschile e il femminile, a segno e strumento di fraternità, giustizia e pace per tutti.

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