Radere al suolo o cercare una soluzione?

Le dichiarazioni del leader leghista, Matteo Salvini, a proposito dei campi rom presenti in Italia, hanno riacceso il dibattito sulla necessità di trovare soluzioni abitative rispettose dei diritti umani
Salvini

Non era certo il modo migliore per celebrare ieri la Giornata internazionale dedicata ai rom, sinti e camminanti, istituita nel 1971. «Cosa farei io al posto di Alfano e Renzi? Con un preavviso di sfratto di sei mesi raderei al suolo i campi rom». Così si è espresso Matteo Salvini a Mattino 5. Le esternazioni del leader leghista, che hanno suscitato reazioni indignate da più parti, un effetto positivo comunque l’hanno avuto: hanno riportato all’attenzione dell’opinione pubblica – che di tanto in tanto ne ha bisogno – l’annoso problema della condizione, quasi sempre disumana, in cui vivono nel nostro Paese queste popolazioni. L’Italia è uno dei Paesi europei dove abitano meno rom e sinti, contrariamente a quanto viene percepito dalla popolazione. Essi sono infatti 140 mila, lo 0,20 per cento della popolazione, con presenze significative nel Lazio, in Campania, Lombardia e Calabria.

Secondo l’Associazione 21 luglio, organizzazione non profit impegnata nella promozione dei diritti umani di rom e sinti in Italia, «la costruzione e la gestione dei campi rom continua a essere un’eccezione italiana nel quadro europeo. Tali politiche hanno comportato voci di spesa elevatissime senza far registrare alcun miglioramento nelle condizioni di vita di rom e sinti, ma ne hanno sistematicamente violato i diritti umani». È aumentato il numero di sgomberi forzati, senza aver individuato prima una soluzione abitativa alternativa, come invece stabilisce il diritto internazionale.

È vero dunque, che quella dei campi rom è una situazione non degna di un Paese civile. Ma è sufficiente esprimersi in questi termini? Critiche alle parole di Salvini, apparse come propaganda elettorale, sono state espresse da diversi esponenti di partito, dal Movimento 5 Stelle al Partito democratico.

«Sono posizioni estreme, assurde – ha replicato il cardinale Antonio Maria Vegliò, capodicastero Vaticano per i migranti -, come quelli che dicono “I musulmani? Li ammazzerei tutti. I migranti? Vadano tutti a casa loro”. Certo i rom sono un problema, ma è proprio questa la questione, affrontare il problema, cercare una soluzione, che comunque non è facile».

Di alimentare la rabbia ed istigare all’odio, caro Salvini, non abbiamo bisogno. E i toni non contano meno delle parole stesse. Se ha delle idee realizzabili le metta sul tavolo. Anche perché nel suo intervento ha aggiunto: «I rom devono avere gli stessi diritti e doveri degli altri cittadini italiani».

Possibilità di soluzione esistono, come raccontiamo sulle nostre pagine a proposito, ad esempio, di un percorso realizzato in Sardegna, ad Alghero.

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