Raccontare l’uomo: incontro con Michele Prisco

Il romanzo, dice Michele Prisco, corrisponde a un bisogno umano che la cronaca e il cinema non possono soddisfare: il bisogno che ha l'uomo, nella solitudine, di confrontare sugli altri e negli altri l'immagine che si fa di se stesso... Il suo ruolo non è quello di suggerire delle soluzioni, la sua missione è a suo tempo più modesta e più alta: egli forza il lettore a interrogarsi su se stesso e sul senso del suo destino. Ecco perché, se il romanzo non è una storia che marginalmente, esso è prima di tutto un clima, un mondo, una società, dei personaggi. Quel che importa al romanziere non è il fatto, ma l'uomo. Prisco resta fedele a questo assunto in tutte le sue opere, dove appaiono preminenti il richiamo della memoria, l'interesse per i conflitti psicologici, l'attenzione meticolosa e pacata per i sentimenti, l'esigenza di un'etica e di una pace sociale lì dove la vita è sopraffatta dal male, una comprensione religiosa della sofferenza.
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