Quotidianamente Chiara
E' nella quotidianità che si costruisce giorno per giorno un rapporto. Lentamente si entra in contatto con gli altri creando un codice di comportamenti e affinità. Così per Eli Folonari, collaboratrice di Chiara Lubich, 50 anni al suo fianco. Lo ricorda nel libro Lo spartito scritto in Cielo. Vita di Chiara Lubich di città Nuova, per il terzo appuntamento della rubrica.
Notoriamente Chiara era puntuale
«Quando l’accompagnavo in macchina per un appuntamento, mi raccomandava: "Calcola bene il tempo, tenendo conto del traffico". Teneva molto alla puntualità, specialmente – l’ho già accennato – se si trattava della messa o delle preghiere del mattino e della sera, perché l’appuntamento, in quei casi, era con Gesù stesso. Ma non si riferiva solo alle pratiche di pietà: per qualsiasi cosa esprimesse la volontà di Dio, esigeva uguale attenzione. Così l’intera giornata era per lei un susseguirsi di momenti da vivere solennemente».
Chiara aveva un’intelligenza intuitiva?
«Aveva spirito di osservazione: una dote, penso, sviluppata perché sapeva disegnare, anche se era una qualità che le veniva dal cuore. Mi accorgevo, durante i raduni pubblici, che lei strizzava gli occhi guardando verso il pubblico, tant’è che spesso mi faceva notare: "Ho visto quella persona… C’era quell’altra…". Ricordo che a un incontro alla presenza di centinaia di persone mi ha indicato: "Guarda la faccia di Serenella[1]: è la più bella e luminosa"».
Sapeva valorizzare ogni persona…
«È vero, direi che per tutti è stato così; cercava di sottolineare gli aspetti positivi di ciascuno, e che fosse al posto che Dio aveva pensato per lui».
Ha sempre dato fiducia…
«Partiva dal principio che Dio ci ama personalmente, uno a uno, e quindi ciascuno ha ricevuto da lui delle qualità da mettere al servizio degli altri. Nelll’esperienza dell’unità tutti si diventa partecipi di tali ricchezze. Chiara, ad esempio, a persone che non avevano mai parlato in pubblico, ha fatto raccontare alle folle la propria esperienza di incontro con Dio, per amore. E riuscivano bene».