Quirra chiuso

La contaminazione dell’area, la chiusura del poligono, le proteste degli allevatori e dei sindaci
Poligono Quirra
Poligono di Quirra sotto sequestro. L’ha deciso il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lanusei, Paola Murru, con un decreto che interessa i 12 mila ettari di poligono militare a Quirra, in Ogliastra. La decisione arriva dopo mesi di indagini da parte della procura della repubblica, avviate in seguito alla parziale pubblicazione di un rapporto dei veterinari delle Asl di Cagliari e Lanusei, circa l’eccessivo numero di malformazioni tra il bestiame in pascolo nelle aree attigue al poligono, così come il numero elevato di residenti morti per tumori al sistema emolinfatico.

 

Secondo il gip «sussiste il fumus del delitto di disastro ambientale, quantomeno colposo, posto in essere con plurime condotte da militari che hanno accettato il rischio di contaminare in modo grave l’ambiente» nel poligono di Quirra, dove da anni viene autorizzato il pascolo degli animali da allevamento destinati al consumo umano.

Il giudice, confermando integralmente quanto raccolto dal procuratore della repubblica Domenico Fiordalisi che conduce l’inchiesta per disastro ambientale e omicidio plurimo, parla di «imponente contaminazione dell’area», in grado di provocare un pericolo per l’incolumità fisica di un numero indeterminato di persone, quantomeno nella catena alimentare.

Le relazioni presentate dagli esperti parlano di una possibile contaminazione di nanoparticelle delle falde acquifere a monte del poligono, con conseguente ingresso delle stesse nella catena alimentare che potrebbe aver determinato le malformazioni negli animali e la morte tra le persone.

 

La contaminazione dell’area si deve a due attività: l’interramento sistematico di rifiuti militari pericolosi in diverse parti del poligono e l’uso di sostanze nocive come uranio impoverito, elemento ritrovato in un agnello malformato da parte del consulente della procura Massimo Zucchetti, ordinario di Fisica al politecnico di Torino.

A ciò si aggiunge il ritrovamento di documenti nei quali si parla di esplosioni al napalm ed altri elementi nocivi utilizzati nel corso di esercitazioni nel poligono dove, secondo quanto trapelato nei giorni scorsi, anche Paesi dell’ex cortina di ferro avrebbero testato armi negli anni ’80.

 

Nell’inchiesta sono per ora indagati un generale e due chimici piemontesi per falso in atto pubblico, avendo certificato l’assenza di particelle pericolose negli esperimenti. Dal canto suo l’Aeronautica militare ha confermato la più ampia disponibilità a venire incontro alle esigenze dell’autorità giudiziaria. Nei giorni scorsi il ministro La Russa, in Sardegna per la tornata elettorale amministrativa, si è detto disponibile ad un’indagine epidemiologica su Quirra, previa approvazione del ministro Tremonti per la copertura finanziaria.

 

La decisione di chiudere il poligono ha però scatenato le proteste degli allevatori che per bocca delle associazioni di categoria hanno chiesto lo stato di crisi per le 62 aziende di 11 comuni della zona, i cui proprietari non sanno dove far pascolare gli oltre 10 mila capi di bestiame che transitavano intorno al Poligono. Coldiretti e altre associazioni hanno chiesto alla regione il riconoscimento di stato di crisi per le aziende agropastorali, con conseguente erogazione di contributi per chi di fatto non può più lavorare.

 

Il comitato “Gettiamo le basi” ha contestato la decisione della regione, dato che i pastori dovranno lasciare la zona del poligono, mentre i militari continueranno le esercitazioni pur secondo rigidi standard di sicurezza. Infine i sindaci di Ogliastra e Sarrabus si sono detti preoccupati per le conseguenze che la vicenda sta avendo sull’imminente stagione turistica, con centinaia di disdette e mancate prenotazioni di possibili vacanzieri.

 
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